Il film

Jesus Christ Superstar è un film del 1973 diretto da Norman Jewison, trasposizione sul grande schermo del musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica. Per la loro interpretazione, rispettivamente di Gesù e Giuda, Ted Neeley Carl Anderson sono stati candidati al Golden Globe nel 1974.

La trama

Il cast e la troupe del film viaggiano a bordo di un autobus nel deserto israeliano. Vogliono rievocare la Passione di Cristo. Sistemano gli oggetti di scena e si mettono in costume. Un attore del gruppo, Ted Neeley, è circondato dagli altri: quando indossa una veste bianca capiamo che è lui Gesù.

Inizia in questo modo Jesus Christ Superstar. Che prosegue raccontando, tra canti e balli, l’ultima settimana di vita di Gesù. Dall’ingresso in Gerusalemme (la Domenica delle palme) all’ultima cena. Dall’arresto nell’orto del Getsemani all’incontro con Ponzio Pilato. Fino alla passione e alla morte.

Il tutto visto più con gli occhi increduli e arrabbiati e delusi di Giuda che quelli di Gesù.

Il caldo

Il film è stato girato in Israele, principalmente presso le rovine di Avdat nel deserto del Negev, e in altre zone del Medio Oriente. Le rovine in cui sono ambientate le scene di Anna e Caifa sono quelle del palazzo originale dei Sommi Sacerdoti: le impalcature furono trovate in loco dalla troupe e lasciate per scelta registica. La location dell’ultima cena fu scelta e affittata un anno prima delle riprese. La produzione pagò un abitante del luogo perché coltivasse quel pezzo di terra per fare in modo che al tempo delle riprese ci fosse un prato circondato dal deserto.

Gli attori dovevano idratarsi ogni 20 minuti mentre si trovavano nel deserto. Enormi blocchi di ghiaccio sono stati portati da Tel Aviv. Eppure, come spiegato dagli addetti ai lavori tutte le volte che vediamo il vento nel film, è d’origine naturale. Non sono state utilizzate macchine o grossi ventilatori.

Canta tu

Durante la prima canzone, “Heaven on their minds“, Carl Anderson canta “Listen, Jesus, to the warning I give” . Subito dopo l’inquadratura si sposta su Gesù, Neeley, che sembra essere impegnato con un gruppo di persone. In realtà è palese che Neeley non stia affatto parlando, piuttosto sta recitando i versi della canzone; lo si vede chiaramente che intona “to the warning I give, please remember” insieme ad Anderson, prima che l’inquadratura torni su Giuda per il resto del verso “that I want us to live“. Evidentemente la canzone, con tutta la parte vocale già incisa era stata messa in onda durante le riprese, per guidare Anderson, e Neeley non ha resistito alla tentazione di cantare anche lui quel brano.

Travolta

Il diciassettenne John Travolta ha fatto un’audizione per il ruolo di Gesù. Non ha ottenuto la parte, ma il produttore Robert Stigwood non se l’è dimenticato: tre anni dopo lo ha scelto come protagonista per La febbre del sabato sera (1977).

L’improvvisa comparsa

Secondo Ted Neeley e Norman Jewison nel commento del DVD, il pastore che cammina nell’inquadratura finale del film non doveva essere lì, e si è imbattuto casualmente nell’inquadratura mentre stavano girando. A causa dell’importanza di un pastore negli insegnamenti di Cristo, Jewison e la troupe furono profondamente colpiti dal tempismo, lasciandolo. Hanno ottenuto un tramonto perfetto, oltre a una sottile rappresentazione della risurrezione.

Pietro

Paul Thomas, che interpreta Pietro, è diventato in seguito un prolifico attore porno. E i più attenti noteranno che il personaggio di Pietro è seduto al posto sbagliato nella scena dell’Ultima cena. Norman Jewison, infatti, voleva ricreare il capolavoro di Leonardo Da Vinci.

Il vaticano

Prima di essere distribuito in Italia, il film fu sottoposto al vaglio dell’Osservatore Romano, ma addirittura presentato privatamente a papa Paolo VI, che ne rimase favorevolmente colpito, almeno secondo ciò che Ted Neeley ha affermato in un’intervista di recente. Il pontefice disse al regista: ‘Mr. Jewison, non solo apprezzo il vostro film, ma credo che potrà avvicinare ulteriori persone al cristianesimo più di qualsiasi altra cosa in precedenza.'”Per il pontefice, pare che la canzone di Maria Maddalena “I Don’t Know How to Love Him” “godesse di una bellezza ispirata”. L’Osservatore Romano, all’epoca, aveva smentito quest’anteprima, mentre il Papa non si espresse mai, almeno ufficialmente.