Esattamente ventuno anni fa, dopo un anno e mezzo di complicazioni fisiche dovute ad diversi infarti e ictus, ci lasciò nella sua villa a Malibù il grande Francis Albert Sinatra.
Sinatra, nato nel New Jersey nel 1915 da padre italiano, è considerato uno dei più prolifici artisti musicali della storia, con 150 milioni di dischi venduti e una lunghissima carriera durata per ben sette decenni. In Italia è noto soprattutto come The Voice, mentre negli Stati Uniti e in altri Paesi era conosciuto anche con soprannomi come Ol’ Blue Eyes, Frankie, Swoonatra (derivato dal verbo swoon, “svenire”, per l’effetto che produceva sulle sue ammiratrici) e molti altri. Fu un personaggio importante e carismatico dell’intrattenimento statunitense e mondiale, ed è entrato nella leggenda per l’eterna giovinezza delle sue canzoni e della sua voce.
Interpretò circa 2.200 brani, per 166 album: 60, se si contano solo gli inediti. In totale, circa 150 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Negli anni Quaranta decise di intraprendere anche la carriera della recitazione (oltre che di presentatore tv), arrivando a vincere anche un premio Oscar nel 1954 come miglior attore non protagonista per il film “Da qui all’eternità” di Fred Zinnemann.
Quattro matrimoni
Famoso per le sue avventure sentimentali, Frank Sinatra si sposò quattro volte: la prima nel 1939 con Nancy Barbato, da cui ebbe tre figli. Poi un’intensa storia con Ava Gardner, sposata nel 1951 pochi giorni dopo il divorzio dalla compagna precedente: non durò molto, tra botte, litigi e tradimenti reciproci in pasto alle cronache rosa dell’epoca. Poi due anni (1966-68) con Mia Farrow, in seguito compagna di Woody Allen. E infine Barbara Blakely, sposata nel 1976 e sua moglie fino alla morte. Durante tutta la sua vita, la stampa non smise mai attribuirgli numerosi flirt: da Lana Turner a Marilyn Monroe, ad Anita Ekberg. E sempre la stampa lo accusò di avere legami con la mafia, in particolare con un gangster proprietario di un casinò a Las Vegas, ma nessuna indagine provò mai la sua colpevolezza.
Frank Sinatra è vissuto per quasi ottantatré anni, nonostante i pazzeschi ritmi di lavoro (negli anni 60 a Las Vegas lavorava di giorno sui set cinematografici e la sera si esibiva fino alle due di notte, dormendo meno di tre ore a notte), i due pacchetti di sigarette che fumò ogni giorno per quasi settant’anni, la bottiglia di whisky che assumeva quotidianamente, più tutte le tournée mondiali, specialmente negli ultimi vent’anni di carriera.
La morte
Nonostante piccoli problemi di memoria, a causa dei quali, a partire dal 1987, dovette farsi installare video wall durante i concerti per ricordare i testi delle canzoni, e problemi fisici (nel 1986 gli venne asportato un tumore benigno all’intestino) è dalla fine del 1996, anno della sua ultima apparizione pubblica, che incominciò a soffrire di gravi problemi cardiovascolari.
Dopo il ritiro nella sua casa di Malibù, venne colpito da tre infarti tra il 1996 e i primi mesi del 1997, da un ictus e infine, secondo alcune voci mai confermate, gli venne diagnosticato anche un cancro. Ormai gravemente debilitato, la sera del 14 maggio 1998 un quarto infarto lo stroncò per sempre. Assistito dai familiari in un ospedale di Los Angeles, a modo suo, come recita My Way, si dice che abbia chiesto di staccare la spina della macchina che lo teneva in vita, sorridendo per l’ultima volta alla moglie Barbara.
Sul sito della famiglia Sinatra, i suoi figli comunicarono che le ultime parole del padre furono queste: “I’m losing”, “Sto perdendo”. Tutte le principali reti tv americane interruppero le trasmissioni con edizioni speciali dedicate alla morte di Sinatra. Il funerale venne trasmesso da quasi 100 canali televisivi in tutto il mondo. La sua morte segnò la fine di un’era che lo aveva portato ad essere una delle più grandi star del XX secolo. Per rendere onore alla sua figura d’artista, nella notte tra il 14 e il 15 maggio tutte le luci di Las Vegas si spensero per la prima e unica volta. A New York, l’Empire State Building si illuminò di blu, in omaggio a Old Blue Eyes.
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