Uno dei più grandi pianti da bambino l’ho vissuto esattamente 24 anni fa. Avevo 10 anni ero un semplice bambino con il papà mamma e il fratello a vedere la partita. Tutto il mondiale mi aveva fatto emozionare. All’epoca la nazionale era sintomo di unione e potevi vedere una partita in tv visto che stava per arrivare TELEPIU’, l’odierno Sky. Un mondiale passato a rincorrere, la sconfitta con l’IRLANDA, la vittoria all’ultimo con NIGERIA e SPAGNA, la semplicità della finale con la BULGARIA. Poi arriva il dramma.
La finale del campionato mondiale di calcio 1994 è stata una partita di calcio disputata il 17 luglio 1994 al Rose Bowl di Pasadena, valida per l’assegnazione del Campionato mondiale di calcio 1994. La vittoria fu ottenuta dal Brasile, che conquistò il quarto titolo mondiale, battendo l’Italia ai rigori per 3-2, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari.
Fu la prima volta che l’assegnazione della Coppa del mondo di calcio fu decisa dopo i tiri dal dischetto. Inoltre si trattò della seconda finale tra Brasile e Italia, ventiquattro anni dopo la vittoria dei verdeoro a Città del Messico al campionato del mondo 1970.
Allo stadio Rose Bowl di Pasadena si ripeté la finale Brasile-Italia, ventiquattro anni dopo la vittoria dei verdeoro a Città del Messico al campionato del mondo 1970. Per esigenze televisive si giocò alle 12:30, sotto un caldo soffocante (36 gradi, 70% di umidità). Contrariamente alle intenzioni annunciate, Sacchi schierò all’ultimo sia Franco Baresi (recuperato a soli 25 giorni da un infortunio al menisco) sia Roberto Baggio, correndo il massimo dei rischi.
La finale si giocò in un sostanziale equilibrio, con le due nazionali tatticamente molto ben disposte sul campo. All’11’ sfumò un’occasione di Massaroper portare in vantaggio gli azzurri, con il portiere brasiliano Taffarel autore di una parata determinante. Al 21′ si infortunò il terzino di destra brasiliano Jorginho, il più abile nelle accelerazioni, che lasciò il posto al giovane Cafu. Al 25′ una punizione di Branco mise in difficoltà Pagliuca, che respinse. Al 34′ uscì Mussi per infortunio, sostituito da Sacchi con Apolloni; l’obbligato rimaneggiamento della difesa italiana (Maldini a sinistra, Benarrivo a destra, e Apolloni centrale con Baresi) favorì le rapide movenze sullo stretto di Romário il quale, al 37′, mise paura agli azzurri con un tiro dai diciotto metri che tuttavia non impensierì Pagliuca. Il gioco del Brasile si fece più avvolgente negli ultimi dieci minuti: una punizione ancora di Branco (41′) trovò Pagliuca pronto, poi un paio di dribling stretti di Romário crearono il panico al limite dell’area italiana, fruttando ammonizioni ad Apolloni e ad Albertini. Gli azzurri chiusero il primo tempo in affanno.
Meno spettacolare si rivelò il secondo tempo. Alla mezz’ora Pagliuca fu protagonista di un singolare episodio: nel tentativo di bloccare una potente ma centrale conclusione da fuori area di Mauro Silva, il pallone gli sfuggì goffamente di mano stampandosi sul palo, cui il portiere azzurro mandò un simbolico bacio per averlo salvato da un errore che avrebbe potuto condizionarne la carriera. Il Brasile provò a ferire la difesa azzurra, ma fu annullato dalla coppia di centrali Apolloni-Baresi; questo ultimo, soprattutto, nonostante il recente infortunio giocò una gara di assoluto spessore, organizzando la retroguardia e facendo ripartire l’azione agendo quasi da regista avanzato.
Nei minuti finali un assist di Donadoni liberò Roberto Baggio davanti a Taffarel, ma l’attaccante azzurro calciò alto.
I tempi supplementari riservarono poche emozioni: Sacchi non tolse Roberto Baggio ma inserì Evani per Dino Baggio. Ciò nonostante il risultato di 0-0 non cambiò nemmeno dopo i 120′ sicché, per la prima volta nella storia della competizione, l’assegnazione della Coppa del Mondo venne decisa ai tiri di rigore.
Il primo a presentarsi sul dischetto fu Baresi: il tiro finì alto, con il capitano azzurro a scoppiare in lacrime. Pagliuca respinse il tiro di Márcio Santos, mantenendo la parità. Albertini segnò, così come Romário il cui tiro colpì il palo interno prima di entrare in porta, tra il rammarico dell’estremo difensore italiano; Evani non sbagliò calciando centralmente sotto la traversa, imitato da Branco che mirò all’angolino. La conclusione di Massaro non fu invece irresistibile, e Taffarel non ebbe troppi problemi nel respingerne il tiro centrale, leggermente sulla destra; poco dopo Dunga non sbagliò, spiazzando Pagliuca. A questo punto i verdeoro, a un tiro dalla fine, si ritrovarono in vantaggio per 3 a 2: per vincere, sarebbe bastato che il loro ultimo rigorista facesse gol. Ma non fu necessario arrivare a ciò poiché nel frattempo Roberto Baggio, nonostante fosse uno degli specialisti dagli undici metri, tirò alto il quinto e ultimo penalty degli azzurri. Il Brasile vinse così il mondiale, dedicando la vittoria al campione automobilistico di Formula 1 Ayrton Senna, morto a Imola il 1º maggio di quello stesso anno.
Un trauma infantile, mi consolai con la maglia dell’Italia vinta con il concorso VINCI CAMPIONE.
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