Sono passati esattamente 16 anni da quando la lira perse valore e fu sostituita dall’Euro che già era presente dall’inizio dell’anno.
Nel marzo 1979 entrò in vigore il Sistema monetario europeo (SME) e nacque l’ECU, a cui parteciparono le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete venne limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficiò della banda allargata al 6%. La lira rimase nello SME fino al 1992, quando due formidabili attacchi speculativi da parte del finanziere George Soros, costrinsero la sterlina britannica e la lira ad uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un marco tedesco.
Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l’euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira fu fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell’euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Da quella data, invece, per tutte le forme di pagamento “non-fisiche” (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), si adottò solo l’euro. Il 1999 fu anche l’ultimo anno in cui la zecca coniò ed emise le monete per la comune circolazione in lire. Il tasso di conversione irrevocabile fu di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.
In realtà, l’art. 109 del trattato di Maastricht prescriveva come già due anni prima dell’ingresso nella Unione Monetaria, fissato per il 1º gennaio 1999, i paesi candidati non avrebbero più potuto svalutare la propria moneta rispetto all’ECU. Nel ’92 la svalutazione della lira (allora con un ECU si compravano 1587 lire, oppure 2,02 marchi tedeschi), nel ’97 per acquistare un ECU ne occorrevano 1929,66, molto vicino al futuro cambio fisso di 1936,27.
Il 1º gennaio 2002, con l’entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate definitivamente il 1º marzo 2002. Nel 2002 terminò l’emissione delle serie divisionali in lire di monete proof e fior di conio. Inoltre vennero emesse altre serie speciali per ricordare gli anni d’oro della valuta appena abbandonata.
Inizialmente era stato fissato in 10 anni il termine per la prescrizione; di conseguenza le monete e banconote ancora in corso legale all’introduzione dell’euro potevano essere ancora cambiate presso le filiali della Banca d’Italia fino al 29 febbraio 2012. Tuttavia, la manovra del governo Monti decretò la prescrizione immediata delle monete e banconote al 7 dicembre 2011 (Art. 26 del D.L. 201/2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2011). Tale norma è stata poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza n. 216 del 7 ottobre 2015 della Corte Costituzionale, riaprendo di fatto i termini per il cambio.
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