Mauro Repetto tra pochi giorni debutterà a teatro con il suo nuovo spettacolo. Ecco un estratto di un’intervista rilasciata a Libero per l’occasione:
E lei, inseguendo il suo sogno, scegliendo di non firmare pur avendo scritto quel capolavoro che è Gli anni realmente da cosa fuggiva?
«Avevo una sirena in tutti i sensi. Sia sirena come chimera, ma anche un allarme nucleare che urlava dentro di me. Quando scrivevamo Gli anni pensavo a come andare a Parigi il giorno dopo alla Fashion Week a conoscere Brandy. Quindi era finita. Sapevo che era una canzone bellissima, ma con la testa volevo un’altra storia, “un altro posto e un altro bar…” e la mia onestà intellettuale mi impediva di stare lì.
“Ciò non significava però fuggire. Non fuggivo, mi inseguivo… Cercando quello che nemmeno sapevo bene cosa fosse, come cantavamo in NordSudOvestEst. Forse io cercavo il sogno americano e questa ragazza che avevo visto sulle pagine dei giornali di moda”.
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