Claudia Koll è stata tra gli ospiti di “Domenica In” nella puntata di domenica 5 novembre. L’ex attrice, oggi 58enne, è tornata in televisione a tre anni dalla sua ultima apparizione. Ospite di Mara Venier, la Koll ha parlato del suo percorso di fede e del crescente impegno nell’aiutare gli altri: lasciata da qualche anno la carriera artistica, oggi guida una Onlus chiamata “Le Opere del Padre”, nata per sostenere tutte le persone che sono state vittime, in Africa ma anche altrove, di violenze fisiche e psicologiche.
«È stata una spinta che ho ricevuto dall’interno: mi ha portato a fare cose che vanno al di là di ciò che si può immaginare» ha raccontato la Koll in merito al suo grande cambiamento. Che, spiega, è stato graduale: «Un giorno mi rubarono la macchina. Era costosa, sportiva. Da allora cominciai a salire sull’autobus e questo mi portò a mischiarmi tra la gente, cominciai a sentire la presenza degli altri. La stessa cosa è arrivata quando ho deciso di farmi un cane, spinta dall’amore di un cucciolo che salvai da sotto la macchina. Avere un cane ti obbliga ad uscire dal tuo mondo, a passeggiare per strada. Così è avvenuto il mio graduale cambiamento verso l’altro».
La propensione della Koll verso l’altro c’era già in tenera età, racconta: »Questo sentimento c’era già da prima. Quando stavo girando il mio film più chiacchierato, quello di Tinto Bras, c’era il costumista che stava male. Io senza dire niente gli permettevo di sdraiarsi nel mio camerino. Ho sempre avuto una sensibilità verso le fragilità degli altri. Sono figlia di medici, ho avuto una mamma segnata dalla malattia, spesso mi occupavo di mia sorella. Cosa ha fatto Dio con me? Mi ha dato la forza che mi ha fatto superare barriere e limiti, la paura dell’altro, fatto vivere in pienezza la vita».
Parlando di Così fan tutte, il film di Tinto Brass che nel 1992 la fece diventare una diva erotica in tutta Italia, ammette che non lo rifarebbe per niente al mondo.
«Ci fu un errore di valutazione facendo quel film. Quel film non mi ha permesso di essere me stessa fino in fondo. Se tornassi indietro non lo rifarei per niente. È stata un esperienza che si poteva proprio evitare».
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