Adriano Panatta è stato intervistato dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera e ha parlato anche del successo della nazionale italiana di tennis in Coppa Davis:

Insieme alla Coppa, abbiamo trovato un campione.

«Jannik ormai è arrivato a un millimetro da Djokovic, oggi giocano alla pari. Annullare tre match point è un’impresa nell’impresa, la prossima volta Jannik partirà con un vantaggio: il serbo lo teme. La prima palla match in semifinale l’ha sbagliata per mancanza di coraggio: lì devi entrare sulla seconda di Jannik, sei Djokovic! Invece è rimasto indietro ad aspettare l’errore. E mal gliene incolse. È molto significativo questo dettaglio».

Non è più la Davis del ‘76, però, va detto.

«Beh certo, noi siamo andati in Corea, in India, sull’erba di Wimbledon, in Cile. Ovunque. E non sempre su superfici gradite, come il veloce indoor, né in sede neutra, come Malaga. Purtroppo abbiamo giocato quattro finali all’estero: in casa ne avremmo vinte due, forse tre».

Due Davis dell’Italia dal 1900 al 2023 non sono tante.

«Io quella di oggi non la chiamo Davis: nelle telefonate scherzose con Paolo Bertolucci, l’amico di una vita, la chiamo Coppa Lucilla. Passatemi la battuta: è troppo diversa dalla mia Davis, senza nulla togliere all’impresa di Malaga. Ho detto a Paolo che avrei preferito giocare il doppio insieme a Sinner anziché a Bombolo, e si è offeso…».

fonte CORRIERE