Gino Paoli è stato intervistato dal settimanale Chi dove ha raccontato alcune curiosità sulla sua carriera in vista dell’uscita del suo libro Cosa farò da grande.
Ecco un estratto:
Beh, visto che abbiamo parlato di Morricone e Dalla (per ora), che ne dice se parliamo di X Factor? Dei giudici magari.
«Io per la verità il talent proprio non lo guardo, quando mi capita capita penso: “Ma se io li prendo, tutti, e li porto al dopolavoro ferroviario di Sampierdarena?”. Non è una battuta, non rida, l’ho fatto con Omella (Vanoni, ndr), per fare la prova del nove, l’ho portata al circolo dei ferrovieri. Andò alla grande perché lei ingaggia, l’artista ingaggia e si misura, per davvero, però. Noi abbiamo avuto gli applausi e le abbiamo anche prese dal pubblico, ma questo ti dà la misura di te».
La Vanoni vuole tornare in tour con lei.
«No! Troppo faticoso. Oddio, dipende da che giorno becchi, se è quello dove è ironica, benissimo, se è girata, addio».
Trovare la misura di sé…
«Le dico una cosa, ho passato vent’anni bevendo una bottiglia di whisky al giorno, ho smesso, non so bene come, quando è nato il mio ultimo figlio, li mi sono chiesto… Vede se riesci a sopravvivere a te stesso a un certo punto ti devi chiedere chi sei. E non puoi cercare l’identità in posti dove non c’è, nella ricchezza, nei gadget, nei ruoli. Oppure nelle droghe e nelle pasticche. O infine nella violenza».
fonte CHI
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