Raz Degan in un’intervista al Corriere ha ricordato il suo ingresso nel mondo dello spettacolo negli anni ’90, quando il pubblico italiano lo consacrò con lo spot dell’amaro Jägermeister, nel 1994 (dove chiudeva dicendo “Sono fatti miei”).
Da lì iniziò il suo successo: “Presi casa in piazza Navona, a Roma, ma mi sentivo in gabbia. Non potevo uscire di casa! Per fortuna non esistevano i selfie. Girammo lo spot a febbraio del 1994, poi me ne andai a New York. Quando a novembre 1995 tornai in Italia per il Maurizio Costanzo Show, una folla assurda fuori dal Parioli mi accolse: “Ehi, Jägermeister!”. Oppure: “Razz!!, con due zeta, che in ebraico vuol dire correre, ma “Raz” significa segreto”.
In aereo, ha continuato a raccontare era costretto a viaggiare a distanza dalle fan, “spesso la polizia mi tirava fuori dal caos”. Nonostante il successo, non si è mai montato la testa: “Venivo da un posto dove mi avevano insegnato che quando fai i soldi li devi mettere da parte perché non sai quando torneranno. Non sono mai stato attratto da macchinone o gioielli. Mi bastavano i jeans che indossavo: quando diventavano lisi ne compravo un altro paio. Però, non appena il successo è esploso, ho chiesto a mio fratello di raggiungermi: non capivo la lingua, le tradizioni, mi sentivo un pesce fuor d’acqua, avevo bisogno di un punto fermo.
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