Fabio Fazio si è raccontato in una nuova intervista a Il Corriere, dove ha ripercorso il suo “trasloco” a Warner Discovery dopo l’abbandono in Rai. Una mossa vincente, con la prima puntata di Che tempo che fa (il 15 ottobre) che ha ottenuto un risultato storico: 2,1 milioni di telespettatori e il 10,5 per cento solo sul Nove , quintuplicando la media della rete. Per questa ragione molti opinionisti hanno parlato di una vera e propria «impresa» da parte del conduttore, «che però non ho realizzato io, ma il pubblico. Un affetto che abbiamo costruito nel tempo, domenica dopo domenica, e che si basa sulla reciproca fiducia. Questa ultima vicenda ci dimostra che le persone oramai si affezionano ai volti e ai programmi, dobbiamo rendercene conto».
Si sente a suo agio in questa nuova “casa”?
«Assolutamente sì. Non ho cambiato abitudini, la squadra è la stessa, il prodotto è rimasto quello di sempre. In realtà è come se tutto fosse rimasto uguale. Tutto, tranne la Rete. È chiaro che dopo 40 anni rendersi conto che quella casa dove hai abitato non è più la tua non è una sensazione piacevole… Ma per fortuna abbiamo un’altra casa, dove ci hanno dato il benvenuto con entusiasmo, e per questo non posso che ringraziare molto Discovery per aver investito su di me e sul programma».
E la Rai?
«La Rai è patrimonio di tutti e per questo mi auguro che possa tornare a svolgere una funzione inclusiva e non divisiva. Dopo di che a distruggere, lo sappiamo tutti, ci vuole un attimo…».
Ne parla però come di un dispiacere da lasciarsi alle spalle.
«Ma certo. Perché ho ricordi bellissimi e quelli non me li potrà mai togliere nessuno. Dopo di che è chiaro che quello che è accaduto con la Rai è fuori da ogni logica. Ma io ho quasi 60 anni, so bene come stanno le cose, come va la vita. Non mi stupisco più di niente. Quello che posso dire è che spero si torni presto a rapporti normali».
Vede spiragli?
«Mah, per ora vedo un nuovo regolamento a Sanremo nel quale scrivono che nei tre giorni successivi alla chiusura del festival il vincitore non può andare in trasmissioni che non siano della Rai. Ora, sarà sicuramente una coincidenza il fatto che di solito il vincitore veniva da me. Perché non può essere vero che è stata fatta una regola contro il mio programma. Non può essere vero. Anche perché a Natale siamo tutti più buoni…».
«Comunque, io e la mia squadra siamo nella fase dell’entusiasmo. Abbiamo ricominciato esattamente da dove avevamo lasciato, consapevoli di aver giocato un campionato importante per tantissimi anni e di voler continuare a farlo».
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