Coprodotto da Rai Fiction e Bibi Film, scritto da Francesca Serafini e Giordano Meacci e diretto da Luca Facchini, interpretato da Luca Marinelli, Fabrizio De André – Principe Libero sarà nei cinema italiani per due soli giorni, il 23 e 24 gennaio, distribuito da Nexo Digital, e andrà in onda a febbraio su Rai1. Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che hanno amato e amano ancora oggi le sue canzoni e un’opportunità straordinaria per godere di quella che Fernanda Pivano ha definito “la voce di Dio”. Il film tv, perché così va definito, vista la durata di 3 ore e passa se visto al cinema, è una chicca introspettiva che non fa di Faber una macchietta ma che riesce a sviscerare la personalità del cantautore. Attraverseremo con lui un viaggio di quasi quarant’anni, partendo da una bellissima Genova pescatrice, piena di buzzurri, artisti e puttane. Li incontreremo un bravissimo Gianluca Gobbi nel ruolo di Paolo Villaggio, storico amico di Fabrizio, dove insieme cercheranno di fare strada e a farsi conoscere. Ci sarà anche Luigi Tenco interpretato da Matteo Martari, che con il suo modo di fare e di pensare, influenzerà la crescita artistica del protagonista. Passeremo da vecchi televisori sintonizzati su RAI1 durante un esibizione di Mina, fino ad arrivare ai puri anni 70, con la PFM che propone un concerto a De Andrè. Ci sarà ovviamente anche Dori Ghezzi interpretata da un’ottima Valentina Bellè. Marinelli a parte i capelli e poco altro non ha veramente nulla in comune con Fabrizio, neanche la corporatura, o l’accento, o il timbro. Ma è bravissimo, quindi poco importa: funziona bene lo stesso. La prima parte risulta essere molto più gradevole della seconda perché ricca di contenuti, di personaggi e tematiche. Infatti dopo due orette, il film comincia a rallentare, rimanendo solo sulle questioni di cuore. Meno personaggi in scena e più riflessioni. Fabrizio De André – Principe Libero è un ottimo film biografico perché non marca, non emula ma omaggia con uno sguardo non invasivo la vita del più grande cantautore Italiano, rispettandolo come si deve. Momento “brividi” da dover evidenziare a tutti i costi: in una scena, Villaggio da del genio a De Andrè, e De andrè sconfortato lo guarda e risponde:”Lo sai che per riconoscere un genio ci vuole un altro genio vero?” Lode agli sceneggiatori.
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