Giovanni Allevi si è raccontato in occasione dello spettacolo Happiness On Tour al Forum di Assago mercoledì 20 marzo regalando a una platea di studenti delle scuole superiori un intimo racconto personale, partendo dalla scoperta della malattia fino alla strada verso la guarigione.
“C’è stato un momento in cui ho dovuto mantenere lo sguardo dritto sui fiori, mentre camminavo all’inferno, la mia vita fino a due anni fa era fatta di spettacoli, conferenze stampa, selfie – racconta – Quando è arrivata una brutta malattia tutto è cambiato”. Giovanni Allevi restituisce la testimonianza del suo “viaggio all’inferno” come paziente affetto da mieloma. “Un giorno mi dicono che devo fare delle punture sulla pancia, una al giorno – spiega – Dico io ‘basta non ne posso più, è da un anno che faccio punture sulla pancia’, poi ci rifletto e dico ‘va bene'”.
Allevi sottolinea che ha sempre cercato di vivere tutto con risolutezza: “Io ho uno spirito combattivo. La parola ‘resilienza’ non mi piace, mi fa pensare all’accettazione passiva di una condizione negativa”.
La malattia – racconta sempre Allevi – è fatta di momenti di sofferenza, dalla perdita dei capelli, all’uso di psicofarmaci e oppioidi: “Ero debole senza appetito, dimagrito, pesavo 63 chili. Lì ho pensato che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento”. Un giorno, però, “tredici globuli bianchi” gli restituiscono la gioia. “Una mattina un giovane dottore entra senza bussare. Agitando dei fogli mi dice che ho tredici globuli bianchi” ricorda il musicista. “Dottore, non sono un po’ pochi?” disse scherzando il compositore. La notizia lo riempì di felicità: “Perché? Per risultati professionali di qualche tipo? Perché avevo venduto dei dischi? Perché erano aumentati i follower? No, perché ero semplicemente vivo”.
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