Ospite a Radio DEEJAY per la riedizione dell’album Cuore, Antonello Venditti ha parlato di alcuni dei suoi brani più celebri contenuti da Notte prima degli esami a Roma capoccia. Sulla prima, racconta:

È una canzone talmente complicata che ancora non mi riesco a capacitare di questa forza immediata di canto e di partecipazione. Quella se la vai ad analizzare è una cosa incredibile, perché è un flashback: comincia dalla fine e poi ripercorri quello che ti ha portato a quel palco. Tu dici: “Ma come fa una canzone così complessa a diventare così popolare?”. Evidentemente nelle mie canzoni c’è qualcosa di me che le rende facili.

Venditti ha spiegato che quei quattro amici con la chitarra sono “Io, De Gregori, Bassignano e Lo Cascio”. I quattro artisti infatti erano soliti cantare al Folkstudio, dove sono cresciuti musicalmente.

Il brano, come si capisce, è stato scritto da Vendittiben dopo la maturità. Il cantautore, classe ’49, lo ha infatti pubblicato nel 1984:

Credo sia una mia particolarità, storicizzare dopo pochi anni quello che mi è accaduto. Mi è successo con Compagna di scuola, che era relativo a pochi anni prima. Io mi porto appresso tutta la mia vita e la storia che ho vissuto, che mi sono reso conto che è abbastanza interessante e folle, anche perché mi rendo conto che è la storia d’Italia.

Oltre a Notte prima degli esami, Antonello Venditti rivela anche qualche retroscena su un’altra delle sue canzoni più famose, Roma capoccia, che ha scritto da giovanissimo:

Avevo 13 o 14 anni. È presto? Dipende da quando tu cominci a vivere, a soffrire, a capire. Il fatto che io sia vissuto in una famiglia molto particolare ha fatto sì che nascesse un figlio molto particolare. Il pianoforte era il mio unico appiglio, perché ero completamente devastato da personalità fortissime. Era il mio rifugio, sono andato subito lì. Roma Capoccia secondo me non è un capolavoro. Sora rosa lo è, è la mia prima canzone.

Il cantautore spiega anche un passaggio della canzone:

Quando in ‘Roma Capoccia’ dico “Oggi mi sembra che il tempo si sia fermato qui”, intendo proprio la mia voglia di pietrificare in maniera calda il tempo, che è il nostro problema.

Venditti riflette anche su come il suo successo sia maggiore fuori da Roma, nonostante questa sia la città a fare da sfondo a buona parte dei suoi testi:

In generale le mie canzoni vengono capite più fuori da Roma che dentro. Dentro c’è una scontatezza che fuori non c’è. Fuori c’è un’attenzione maggiore. Come se tu dovessi studiare l’inglese. Il romano invece dice “Tanto lo so”. Invece non lo sai… Ma poi potrei dirne tante.