Intervistato da “La Stampa”, Fabrizio Moro spiega le ragioni per cui non ha intenzione di tornare al Festival di Sanremo. Il cantante, che vinse nel 2007 nella categoria giovani con Pensa e nel 2018 insieme a Ermal Meta con il brano Non mi avete fatto niente, è profondamente critico con la gestione del Festival degli ultimi anni:

“Voglio godermi quello che sono riuscito a creare e costruire in vent’anni di carriera. Ho una storia sanremese piuttosto importante e viste le dinamiche che ci sono adesso non mi va di fare sala d’attesa insieme a una pletora di ragazzini che hanno pubblicato un singolo o poco più. Sanremo è una luce che ha illuminato il mio percorso e porto un rispetto enorme ma no, non ci sarò”.

Moro, che pur salva diversi rapper di questa generazione, tra i quali Geolier, critica un sistema che definisce malato, perché premia cantanti giovanissimi con pochissima storia:

“Il vero danno lo hanno fatto le piattaforme di streaming. Non ci sono filtri, prima dovevi affrontare il direttore artistico e lui ti diceva se era giusto o sbagliato quello che facevi oggi no. C’era un filtro tra te, i media e il pubblico. Oggi viviamo in un sistema malato, non c’è più gavetta. Ogni anno c’è il disco più streammato della storia della musica ma è una bufala. Non è vero. Tra acquistare e streammare è tutta un’altra cosa”.

Ed, infine, chiosa con una “profezia” provocatoria:

“Il cantautorato della mia generazione sta per essere soppresso. A voglia a chiamarci per fare i concerti per la pace chiamate i rapper o i rapper che farciscono le classifiche di streaming e vediamo cosa succede”