Ospite a “La volta buona”, Chiara Iezzi racconta gli esordi musicali suoi e di sua sorella Paola e l’incontro con Max Pezzali:
“Cecchetto ci nota in un locale a Milano e ci propone di cantare per un po’ con gli 883, come se fossimo un gruppo di amici; noi eravamo felicissime, è stata davvero una grande occasione per passare dai locali e sale prova ai grandi stadi e palasport”.
Poi l’aneddoto sull’addio per concentrarsi nel progetto Paola & Chiara:
“Come diciamo a Max che volevamo fare le soliste? Non avevamo il suo numero e non sapevamo come comunicargli la decisione, quindi gli mandammo un fax; chiaramente una cosa carina, con anche un disegno, anche perchè non volevamo essere irriconoscenti. ‘Speriamo che tu possa capirci, firmato: il bimbe. Lui non ha risposto al fax, non sappiamo se gli sia mai arrivato”.
Chiara Iezzi torna poi a raccontare degli esordi con particolare riferimento alla difficoltà nel gestire la fama e notorietà travolgenti dopo la vittoria al Festival di Sanremo:
“La fama all’inizio destabilizza ma non l’avevamo presa poi così male, abbiamo presto capito che era complesso gestire anche l’esposizione personale. Il lato pubblico crea un’immagine da cui ci si aspetta determinate cose…”.
La cantante è poi tornata sulla temporanea rottura con la sorella Paola Iezzi:
“In realtà non era una separazione familiare anche se molti pensavano che da un litigio fossimo arrivati alla separazione. In realtà abbiamo collaborato per 17 anni e il nostro genere ad un certo punto non funzionava più, il mercato della musica era cambiato. Era la musica che non ci voleva più! In quel momento sapevo che prenderci una pausa era la cosa giusta”.
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