Intervistata da Silvia Toffanin a “Verissimo”, Eleonora Cecere ha parlato dei suoi esordi televisivi a “Non è la Rai”, quando aveva solo 12 anni:
“Ho perso l’opportunità di giocare con le amiche e lo rimpiango a volte, ma dall’altra parte non lo rimpiango affatto. Ho iniziato a “Non è la Rai” quasi per gioco, perché non ti rendi conto di cosa ti sta accadendo. I miei genitori erano d’accordo, a volte un po’ troppo, ma hanno sempre fatto il tifo per te. Si spingeva un po’. Per un periodo papà è stato il mio manager, era diventato il papà di tutte. Lì per lì pensavo che stesse facendo tutto per me, crescendo mi sono resa conto di altre cose. Eravamo una famiglia nella media, poi quando ha iniziato a seguire me ha smesso di lavorare. Quando ti vedi entrare un certo tipo di guadagno non stai nella pelle, e l’errore più grande è stato di non pensare ad un futuro. Oggi per comprare casa alle bambine ci siamo dovuti rimboccare le maniche”
Eleonora Cecere ha raccontato, poi, il dolore per la morte dei genitori:
“Mia mamma morì nel 2014 tra le mie braccia. Sono passati dieci anni ma il dolore è ancora troppo forte. Una sera, si sentì male e io provai in tutti i modi a rianimarla: le feci la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco ma non ci fu nulla da fare”.
Del papà, invece, Eleonora ha ricordato:
“Mancò otto anni fa per un’emorragia cerebrale, così aggressiva che gli aveva addirittura deformato il viso. Non potevo nemmeno guardarlo”.
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