Claudio Amendola è stato intervistato da Fanpage dove ha ricordato suo padre Ferruccio:

Mentre tuo padre, Ferruccio (Amendola ndr.) nel libro è descritto come il padre della goliardia, soprattutto nei ricordi d’infanzia. Pensi mai che se ne sia andato troppo presto, prima che potesse vedere il successo che ti è arrivato dagli Anni 2000 in poi, nonostante fossi già noto come attore?

Sicuramente se n’è andato troppo presto. Papà è morto a 70 anni, oggi è da considerarsi quasi giovane. Non ha visto crescere Rocco, non ha visto i suoi bisnipoti, più che il mio successo che comunque è stato ampiamente condiviso, mi sarebbe piaciuto vivere tanti anni ancora insieme, ma sul lavoro meno. Mi sarebbe piaciuto capire cosa direbbe oggi della Roma (ride ndr.)

Nel libro racconti anche di aver ereditato da tuo padre la passione per le carte, cos’altro pensi di aver ereditato?

Più che ereditato ho imparato da papà due, tre cose fondamentali per il lavoro: la puntualità e il fatto che ci sono 70, 80 persone che lavorano per il bel faccione tuo. Me l’ha detto il primo giorno che sono uscito di casa per andare a lavorare. Rispetto è una parola che è sempre riecheggiata in casa mia, rispetto per il lavoro degli altri e per gli altri.

fonte FANPAGE