Intervistato da “Today”, Nino D’Angelo racconta le sue origini umili, specificando:
“Un ragazzo povero, che veniva dal niente, quartiere San Pietro a Patierno di Napoli. Primo di sei figli, il che significa che io, figlio, non lo sono mai stato. Ho sempre dovuto badare a me stesso e agli altri. Papà era operaio, mamma casalinga. In casa mancava tutto, tranne i valori. L’onestà su tutti”.
Il cantante specifica infatti di aver incontrato la criminalità solo dopo essere diventato famoso:
“Solo quando sono diventato famoso. Non appena ho avuto un po’ di popolarità, spararono su casa mia. A quel punto ho capito che dovevo lasciare Napoli e sono andato a Roma, dove vivo. Ma ho ancora casa a Napoli, quando posso torno. Come nel caso del concerto del 2024 allo Stadio Maradona (sold out, nda), Ho rivisto le immagini girate quel giorno, ci sarà un documentario. E non lo so, non ero io. (ride, nda) Non ero in me, non ricordo niente. Era come se fossi posseduto: per uno partito dal niente come me, essere lì è stato tutto”.
Per quanto riguarda il suo erede, afferma convinto:
“Geolier è il mio erede. Ma non a livello musicale, perché chiaramente facciamo generi diversi – fermo restando che lui mi piace. Ma perché è il primo, dopo di me, che ha innovato davvero la musica napoletana: l’ha portata nel rap e l’ha resa, di nuovo, di tutti”.
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