Ospite nella nuova puntata del podcast di Gianluca Gazzoli, “Passa dal BSMT”, Manuel Agnelli ha chiacchierato e raccontato alcuni retroscena sulla sua lunghissima carriera. Ha parlato anche dei Maneskin, il gruppo ha raggiunto il successo sul piccolo schermo dopo il secondo posto a X Factor sotto l’occhio vigile di Manuel Agnelli:

“In realtà i Maneskin all’inizio sono arrivati che facevano reggaeton, parliamoci chiaro, con le camicie a fiori e i cappellini a larga falda. All’inizio col cavolo che avevano quella direzione lì, diciamo che li ho spinti tanto io a suonare chitarristicamente in maniera più aggressiva. E soprattutto li ho difesi dai tentativi di lisciarsi e ammorbidirli. Io vedevo chiaramente in Damiano, anche negli altri, un talento pazzesco nell’essere così arrogante. In lui ho visto subito un front man rock, anche se lui non è rock, a lui piace il pop, moltissimo. Li ho spinti molto verso quel tipo di repertorio, quelle sonorità. Poi in molti si dimenticano che anche a Sanremo abbiamo fatto un duetto che penso abbia cambiato le sorti della gara”.

Manuel Agnelli approfondisce, dunque, il concetto:

“Faccio parlare i numeri: erano 18esimi il giorno prima e primi il giorno dopo. Qualcosa ha contato, sicuramente. Il loro successo non era prevedibile, loro hanno fatto delle cose eccezionali. Il grande talento dei Maneskin è stato quello di rimanere loro stessi a livello di energia e non piegarsi a delle logiche, ma piegarle alla loro energia e quando riesce è potentissima. Loro hanno vinto Sanremo con un pezzo durissimo e hanno vinto l’Eurovision con lo stesso pezzo duro in italiano. Una cosa straordinaria. Poi lascia perdere quello che è successo dopo, i Maneskin sono un gruppo mainstream e secondo me sono un po’ un’occasione persa per l’Italia”.