Il più incorruttibile e maldestro dei marescialli della Guardia di Finanza, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane restauratrice non pagata che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara Bouchet), sua coinquilina.
Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue vivaci amiche (Lucia Ocone e Marina Rocco), pianifica una truffa per continuare ad incassare la pensione…
Travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare il lunario ai tempi della crisi, firmata dai giovani Giancarlo Fontana e Giuseppe G.Stasi.
Metti la Nonna in Freezer è stata davvero una piacevolissima sorpresa. I meriti per la buon riuscita di questa variegata black comedy risiedono innanzitutto nella bravura del cast tecnico, a partire da regia (ottimo esordio cinematografico per i due giovani di Matera Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi) e sceneggiatura (Fabio Bonifaci), per risalire con la fotografia e montaggio, in grado di offrire de bei stacchi e fluidità di comunicazione che non passano inosservati. Mettici poi l’involucro esterno, composto da attori in buonissima forma, ed è ecco che il prodotto esce al meglio.
Bella la sintonia tra i due protagonisti, Fabio De Luigi e Miriam Leone, entrambi capaci di alternare tanta comicità a note più riflessive. La Leone ci aveva abituato a ruoli più drammatici e pensosi, non comici, ma riesce a pieni voti a far ridere e reggere bene l’intera storia. Come riescono altrettanto bene a fare da spalla super comica le due amiche, Lucia Ocone e Marina Rocco (che anche in conferenza stampa hanno dimostrato di non sapere stare un attimo tranquille).
«Non si può essere onesti da soli. L’onestà è una virtù sociale» dice lo sceneggiatore, Bonifacci. E infatti tra i temi, spiccano i confini tra morale e immorale, lecito e illecito, resi sempre più sottili da una burocrazia e una crisi economica che continuano a schiacciarci inesorabilmente, fino a portarci ad atti estremi, come… l’ibernamento di una nonna.
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