Esattamente 34 anni fa, nella città texana di Dallas veniva inaugurato il primo Blockbuster.
Un’azienda che di lì a poco avrebbe caratterizzato la cultura pop degli anni ottanta e novanta, grazie al servizio offerto di acquisto a noleggio di prodotti home video e videogiochi e sulla distribuzione digitale di contenuti. Come non ricordare i pomeriggi passati all’interno del negozio, a camminare fra le decine e decine di scaffali per scegliere il film da guadare la sera (ovviamente VHS o al massimo DVD) per poi precipitarsi a riportarlo il giorno dopo, cercando di non far passare troppo tempo per il noleggio.
Il boom del Blockbuster
Nei successivi dieci anni il numero dei negozi raggiunge, solo negli Stati Uniti, il numero di 4800. Nel frattempo nel 1989 l’azienda acquista una preesistente catena inglese e apre il primo negozio in Europa. Nel 1994 Blockbuster è acquistata dalla Viacom, una società di intrattenimento e comunicazioni statunitense. Composta da 60 milioni di soci, Blockbuster apre in 25 paesi, tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Svizzera, Gran Bretagna, Portogallo, Danimarca, Israele, Messico, Argentina e Italia dove Blockbuster sbarca nel 1994 attraverso una iniziale joint venture con Standa-Fininvest.
La crisi e la bancarotta
Verso la fine degli anni 2000 ha inizio un periodo di forte crisi per l’azienda. Le difficoltà di Blockbuster, in nazioni come gli Stati Uniti, sono legate al successo di servizi analoghi come quello offerto dalla concorrente Netflix. In questo periodo sono diversi i paesi, tra cui Spagna e Portogallo, in cui l’azienda abbandona immediatamente il mercato; in altri, come l’Italia, ha invece luogo un pesante ridimensionamento che in molti casi è solo il preludio a ulteriori liquidazioni e abbandoni.
Le difficoltà economiche di Blockbuster si protraggono anche nel 2010, anno in cui si inizia a paventare l’ipotesi di avviare una procedura fallimentare. Il 23 settembre dello stesso anno l’azienda dichiara bancarotta appellandosi al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense (procedura di riorganizzazione per bancarotta protetta) e cercando una ricapitalizzazione per permettere la ristrutturazione dell’azienda, indirizzandola verso un nuovo business incentrato soprattutto sulla distribuzione digitale.
Il 6 aprile 2011 Blockbuster viene acquistata da Dish Network per 233 milioni di dollari, compresi anche i 87 milioni di passività e altre obbligazioni. Nel frattempo il 31 agosto viene annunciato l’abbandono del mercato canadese cui segue il 5 giugno 2012 quello italiano. Infine, nel novembre 2013, Dish Network annuncia la chiusura degli ultimi 300 negozi rimasti negli Stati Uniti decretando la fine di Blockbuster.
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