Il 31 ottobre del 1929 nasceva a Napoli Carlo Pedersoli alias il gigante buono Bud Spencer. Una figura che abbiamo tanto amato e che ci ha lasciato un grande vuotoquel 27 giugno 2016, giorno della sua scomparsa.
Ripercorriamo la vita e la carriera cinematografica di Carlo, il quale oltre ad essere un attore di fama, è stato anche un bravissimo nuotatore.
La gioventù di Carlo: tra nuoto e sport
Il nuoto infatti ha caratterizzato gli anni giovanili di Carlo: si affermò ai campionati italiani di nuoto nello stile libero e nelle staffette miste. Nei cento metri stile libero è entrato nella storia per essere stato il primo italiano a infrangere la barriera del minuto netto: precisamente con il tempo di 59″5 nel 1950 sia a Salsomaggiore in vasca da 25 metri sia a Vienna, primato che avrebbe superato nel 1951 a Genova, con il tempo di 58″9. Nel 1949 esordì in nazionale e l’anno seguente venne convocato per i campionati europei di Vienna dove nuotò in due finali, quinto nei 100 m e quarto con la staffetta 4×200 m.
Nel 1951 ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto vinse due medaglie internazionali nel nuoto: secondo sia nei 100 m, sia con la 3×100 metri mista. È stato giocatore di rugby come seconda linea e in gioventù, da dilettante, ha praticato con ottimi risultati anche il pugilato.
Carlo si iscrisse anche all’Università, cambiando diverse volte indirizzo: dapprima frequentò il corso di laurea in Chimica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, poi a quello di Giurisprudenza, dando numerosi esami (successivamente, superati i sessant’anni, studiò anche Sociologia “per spronare sua figlia”, dando tre esami, tutti con votazione trenta e lode, senza tuttavia mai laurearsi).
L’esordio nel mondo del cinema
Il suo fisico massiccio e imponente venne tuttavia notato dall’ambiente cinematografico. Il suo esordio avvenne nel 1950 nel film di Camillo Mastrocinque Quel fantasma di mio marito nel ruolo di un nuotatore impegnato in piscina nel salvataggio di una bagnante. Tuttavia Carlo non era ancora intenzionato a dedicare la sua vita alla recitazione, tant’è che continuò a gareggiare in svariate Olimpiadi, tra cui quelle di Helsinki (’52), Melbourne (’56) e Roma (’60).
Deciso a dare una svolta alla sua vita, Carlo tornò in Sud America, luogo cui era rimasto legato avendoci vissuto per un periodo da piccolo con la famiglia. Lì lavorò alle dipendenze di un’impresa statunitense impegnata nella costruzione della strada di collegamento tra Panama e Buenos Aires (la celebre Panamericana), nel tratto tra il Venezuela e la Colombia. Dirà più tardi che quella vita tanto dura gli fece “ritrovare se stesso, nei limiti e nelle potenzialità”. Conclusa questa esperienza passò alle dipendenze dell’Alfa Romeo di Caracas, nella quale lavorò fino al 1960 e con cui disputò, come pilota, la Caracas-Maracaibo.
Nasce l’inseparabile duo, Terence Hill-Bud Spencer
Nel 1967 Giuseppe Colizzi gli offrì un ruolo in un film che accettò dopo qualche esitazione. Pedersoli raccontò infatti di avere inizialmente rifiutato la parte a causa della paga offerta di solo un milione di lire, di fronte alla sua richiesta di 2 milioni di lire dovuta alle quattro cambiali in scadenza.
Anche il colloquio con il regista non andò particolarmente bene: non si faceva ancora crescere la barba e non sapeva andare a cavallo. Nonostante questo il regista non riuscì a trovare nessuno con la sua struttura fisica, pertanto dopo qualche tempo lo richiamò e gli offrì la parte alle condizioni che Pedersoli aveva richiesto. Sul set conobbe il suo compagno di lavoro, un altro giovane attore con al suo attivo varie pellicole ma in ruoli secondari e sconosciuto al grande pubblico, Mario Girotti, il futuro inseparabile compagno, meglio noto come Terence Hill. Il film Dio perdona… io no! fu la prima pellicola della coppia, diventata poi nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni.
Ai due attori venne consigliato, per le presentazioni in locandina, di cambiare i propri nomi, considerati “troppo italiani” per un film western e per fare colpo a livello internazionale; inoltre, questa trovata avrebbe reso più appetitose le opere e i personaggi interpretati. Carlo Pedersoli creò quindi il suo pseudonimo, ovvero Bud Spencer (in omaggio all’attore Spencer Tracy e giocando con ironia sul nome della birra Budweiser, commercializzata in Italia come Bud), mentre Mario Girotti scelse il suo da una lista di venti nomi inventati.
Nel 1970 la coppia girò lo spaghetti-western Lo chiamavano Trinità…, per la regia di E.B. Clucher (pseudonimo di Enzo Barboni), diventato nel tempo un vero e proprio “classico” del cinema, non solo in Italia. L’anno seguente arrivò la consacrazione definitiva con il seguito del film …continuavano a chiamarlo Trinità, sempre con la regia di E.B. Clucher, che riuscì a replicare il successo al botteghino in tutta Europa, elevando Bud e Terence al rango di stelle internazionali. Bud e Terence girarono insieme diciotto film, sedici dei quali come coppia protagonista.
Il collaudato sodalizio con Hill proseguì il proprio cammino trionfale, girando pellicole come …più forte ragazzi! (1972), …altrimenti ci arrabbiamo! e Porgi l’altra guancia (ambedue del 1974), che si piazzarono immancabilmente ai primi posti dei film più visti nelle sale cinematografiche italiane.
Sei anni dopo il successo dei due Trinità, i due tornarono ad essere diretti da E.B. Clucher in I due superpiedi quasi piatti (1977), riscuotendo ancora una volta un ottimo successo di pubblico: pertanto girarono tanti altri film insieme, tra cui: Pari e dispari (1978) di Sergio Corbucci e Io sto con gli ippopotami (1979) di Italo Zingarelli, Chi trova un amico trova un tesoro (1981) di Sergio Corbucci, Nati con la camicia (1983) e Non c’è due senza quattro (1984) entrambi diretti ancora una volta da E.B. Clucher e Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada) (1985) diretto da Bruno Corbucci.
Nel 1994, nove anni dopo Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada), il loro ultimo film insieme, e dopo diversi progetti andati a vuoto, la coppia si riunì (senza troppa fortuna) sul set di Botte di Natale, un western diretto dallo stesso Terence Hill. Tuttavia nel frattempo Bud Spencer riscosse un grande successo con le serie televisive Big Man (1988) e Detective Extralarge (1991–1993) – entrambe premiate con il Telegatto come miglior telefilm italiano della stagione – cui seguì quella Noi siamo angeli nel 1997.
Parallelamente al cinema, Spencer portò avanti le sue passioni, fra le quali anche quella del volo; nel 1975 conseguì la licenza di pilota di elicottero per l’Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Sapeva parlare sei lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco; tuttavia nei film venne quasi sempre doppiato, salvo rare eccezioni.
Per il suo eccezionale contributo insieme a Terence Hill, il 7 maggio 2010 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.
Ancora, buon compleanno Bud! Grazie per le risate che ci regalato.
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