Una delle star più famose di Hollywood spegne oggi 64 candeline. Facciamo un grande augurio di compleanno a Denzel Washington!

Nel corso della sua carriera, Denzel ci ha regalato interpretazioni molto toccanti e importanti: spesso ha interpretato personaggi storici come l’attivista anti-apartheid sudafricano Steve Biko in Grido di libertà (1987), l’attivista per i diritti umani Malcolm X nel film omonimo (1992), il pugile Rubin “Hurricane” Carter in Hurricane – Il grido dell’innocenza (1999), l’allenatore di football Herman Boone in Il sapore della vittoria – Uniti si vince (2000), il poeta ed educatore Melvin B. Tolson in The Great Debaters – Il potere della parola (2007) ed il signore della droga Frank Lucas in American Gangster (2007).

È stato un frequente collaboratore di registi come Spike Lee, Antoine Fuqua e Tony Scott.

Riconoscimenti

In carriera, Denzel ha ricevuto tre premi Golden Globe, un premio Tony e due Oscar: uno come miglior attore non protagonista per il film di guerra Glory – Uomini di gloria (1989) e uno come miglior attore per il suo ruolo del poliziotto corrotto nel poliziesco Training Day (2001). Nel 2016, Washington è stato selezionato come destinatario del Golden Globe alla carriera ai 73esimi Golden Globe Awards.

Denzel si è cimentato anche nelle vesti di regista: il suo debutto arriva nel 2002 con il film biografico Antwone Fisher. Il suo secondo lungometraggio è stato The Great Debaters – Il potere della parola, uscito nel 2007. Il terzo lavoro da regista, Barriere, con se stesso nel ruolo di protagonista e con Viola Davis, è uscito nel 2016 ed è stato nominato all’Oscar al miglior film.

Biografia

Denzel Hayes Washington Jr. nasce il 28 dicembre 1954 a New York, da padre pastore pentecostale e madre responsabile di un salone di bellezza. Da bambino frequenta una scuola pubblica: racconterà che l’esperienza gli ha fatto toccare con mano le difficili prospettive di quelli che, come i suoi compagni, hanno avuto meno fortuna di lui. Forti sono le sue radici cristiane, mai rinnegate e anzi sempre sostenute, anche economicamente con diverse iniziative, in un continuo confronto con la figura paterna. A 14 anni i genitori divorziano e lui passa a una scuola privata di New York. La recitazione la scopre mentre studia alla Fordham University, interessato però anche al basket: già prima di laurearsi in “arti drammatiche e giornalismo” nel 1977, recita in alcuni allestimenti di Otello. Proprio nel 1977 ha un primo ruolo audiovisivo nel film tv Wilma, mentre l’esordio cinematografico reale è come figlio inaspettato di George Seagal nel dimenticato Il pollo si mangia con le mani (1981). È l’inizio di un decennio felice: il pubblico televisivo si abitua a lui per il ruolo fisso nella serie A cuore aperto (1982-1988) e nel frattempo sposa nel 1983 Pauletta Person, tuttora sua moglie e madre dei suoi quattro figli, per una stabilità coniugale rara nel mondo di Hollywood. 
Iniziano presto i riconoscimenti: una nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista arriva con Grido di libertà (1987), dov’è un attivista dei diritti dei neri in Sud Africa, morto in circostanze “misteriose”. La nomination si trasforma in una statuetta nella stessa categoria (più Golden Globe) per il bellico corale Glory – Uomini di gloria (1989), nel quale interpreta un esacerbato soldato nero nella Guerra di Secessione. 


Non avendo mai abbandonato i temi razziali, intercetta l’attenzione di Spike Lee: il sodalizio inizia nel 1990 con Mo’ Better Blues, continua con la nomination all’Oscar come migliore protagonista per Malcolm X (1992) e terminerà più avanti nel 1998 con He Got Game. 

Hurricane, dove veste i panni dell’omonimo pugile arrestato per omicidio, gli fa sfiorare per un attimo, con Golden Globe e nomination all’Oscar come migliore protagonista, il premio che un solo attore nero ha conquistato prima di lui: Sidney Poitier. È questione di tempo: l’evento si verifica un anno dopo, grazie alla parte di un poliziotto corrotto in Training Day (2000), al fianco di Ethan Hawke.

Dopo il 2000 si consolida il rapporto col regista Tony Scott, che l’aveva già diretto in Allarme rosso nel 1995. Film come Man on fire (2004), Deja Vu (2006), Pelham 123 (2009) e Unstoppable (2010) contribuiscono ad ampliare il pubblico di Denzel, non più soltanto paladino di storie a sfondo razziale, ma anche action hero di poche parole in thriller serrati. La tendenza continua ai giorni nostri, con lungometraggi tipo Codice GenesiSafe HouseCani sciolti e The Equalizer. Forse proprio per tale motivo nell’ultimo periodo premi e riconoscimenti si diradano, anche se il suo crudele boss di American Gangster (2008) va controtendenza e gli garantisce almeno una nomination ai Golden Globe. Tra un thriller e l’altro trova il tempo per la sua seconda regia, The Great Debaters – Il potere della parola (2007), storia vera del professore Melvin B. Tolson. 
È tuttavia la sua grande performance nei panni dell’ambiguo pilota alcolista in Flight (2012) di Robert Zemeckis a riavvicinarlo seriamente a Oscar e Golden Globe, con una meritata doppia nomination come migliore  attore protagonista.

Forte di un prestigioso Cecil B. De Mille Award alla carriera, di cui è stato insignito nel 2016, nel 2017 propone al cinema Barriere, testo teatrale che gli aveva già fruttato un Tony Award come miglior attore nel 2010 (Denzel occasionalmente infatti torna sul palcoscenico). Il film ottiene 4 nomination agli Oscar 2017, per migliore attore, miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior attrice non protagonista, quest’ultimo premio infine vinto da Viola Davis.

Gli ultimi lavori di Denzel sono stati End of Justice – Nessuno è innocente (per il quale ha ottenuto una candidatura agli scorsi Premi Oscar 2018 per il miglior attore protagonista) e The Equalizer 2 – Senza perdono, sequel del film del 2014.

Vita privata

Denzel Washington è sposato dal 1983 con Paulette Pearson, conosciuta sul set di Wilma, con la quale ha quattro figli: John David (28 luglio 1984), Katia (27 novembre 1986), e i gemelli Malcolm e Olivia (10 aprile 1991).

Per quanto riguarda l’NBA, Denzel è un grande tifoso dei Los Angeles Lakers, anche se comunque ha una grande simpatia per i New York Knicks in quanto nato vicino a New York.

Washington è un devoto cristiano e in passato ha considerato la possibilità di prendere i voti. Nel 1999 ha dichiarato: “Una parte di me ancora dice che forse dovrei farmi prete, forse ho solo trovato un compromesso”. Ho avuto l’opportunità di interpretare grandi uomini e, grazie alle loro parole, di predicare. Ho preso il talento che mi è stato dato come una cosa seria, e voglio usarlo per fare cose buone”. Nel 1995, donò 2.5 milioni di dollari per finanziare la costruzione della “new West Angeles Church of God in Christ facility” a Los Angeles. Washington ha dichiarato di leggere la Bibbia quotidianamente.