Il film
Scuola di Ladri è un film del 1986 diretto da Neri Parenti, interpretato da Paolo Villaggio, Lino Banfi, Massimo Boldi ed Enrico Maria Salerno.
La trama
Dalmazio, Amalio ed Egisto Siraghi sono tre cugini che non si conoscono tra loro e che vivono alla meno peggio con lavori di fortuna: il primo, Dalmazio, fa la guardia ad una banca ma è così maldestro che sotto i suoi occhi avviene una rapina e lui non riesce a far nulla contro i malviventi. Il secondo, Amalio, fa il dog sitter, (sorvegliante di cani) deriso e scarognato, l’ultimo dei tre, Egisto, fa il venditore ambulante nonchè pulitore di vetri d’auto assediato dalla concorrenza più spietata. Sono tre disgraziati e derelitti, onesti in fondo ma senza una lira. A farli incontrare ci pensa un misterioso zio, un certo Aliprando Siraghi, il quale vive molto agiatamente in una lussuosa villa, servito da un aitante giovanotto di colore, Nero. Aliprando, paralizzato costretto su una sedia a rotelle, dice di essere un famoso ladro ormai a riposo ma che vorrebbe continuare la sua attività, disonesta ma redditizia, tramite i tre sciagurati nipotini. Questi sono stupiti di tale proposta: non sono ladri di professione e non saprebbero nemmeno da dove cominciare. Niente paura, lo zio Aliprando li consegna a Nero per una rapida educazione al furto, alla truffa, alla rapina e ad ogni sorta di disonestà. I tre eroi non danno molta soddisfazione al loro istruttore; nonostante ciò al termine del corso sono pronti ad agire agli ordini dello zio-boss Aliprando.
Le curiosità
- Il film ha avuto un seguito, Scuola di ladri – Parte seconda, nel quale però è assente il personaggio di Amalio, interpretato da Lino Banfi: l’attore pugliese era impegnato sul set di Bellifreschi con Christian De Sica e non vi poté partecipare.
- La pellicola è stata interamente girata a Roma; fra le location principali si possono ricordare:
– Villa di Vigna Murata 200, la villa del ricco zio Aliprando Siraghi;
– Villa Olgiata 2, la villa dello zio alla fine del film;
– il Palazzo dell’Accademia Britannica ed il Palazzo delle Casse di Risparmio Postali, rispettivamente per gli esterni e gli interni dell’ambasciata del Lussemburgo;
– il carcere Regina Coeli;
– il colle del Gianicolo, per le scene della truffa sull’imprenditore americano;
– il Teatro Eliseo, per le scene successive al colpo in gioielleria.
- Il film doveva essere diretto da Castellano & Pipolo che ne curarono anche il soggetto e la sceneggiatura. Ma Mario e Vittorio Cecchi Gori, per motivi contrattuali anticiparono l’uscita dell’altrettanto fortunato Grandi magazzini, così la regia passò a Neri Parenti.
- La scena in cui Egisto Amalio e Dalmazio tirano giù Maradona per rubargli la coppa, è un chiaro riferimento alla reale caduta del calciatore argentino tirato giù dai tifosi.
- Le voci dei due detenuti che rispondono a Lino Banfi (Amalio Siraghi), nella scena in cui questi cerca di vendere il carcere romano di Regina Coeli al facoltoso uomo americano, sono di Francesco Salvi – il quale cita uno dei suoi più famosi tormentoni (“e so’ contento!”) – e di Maurizio Mattioli.
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