Dal 6 marzo arriva nelle sale italiane (dall’8 in quelle americane) Captain Marvel, il primo cinecomic dei Marvel Studios ad avere un personaggio femminile come protagonista assoluto. Sarà riuscita la storia di Carol Denvers a portare freschezza e un nuovo interesse? Decisamente sì.

Trama

Le vicende ruotano introno al personaggio di Vers (Brie Larson), soldato di razza aliena Kree unitosi al gruppo militare della Starforce per combattere l’invasione di un altro gruppo di alieni, gli Skrull.

Vers, nel tentativo di fermare i suddetti nemici, finirà – suo malgrado – sul pianeta Terra, nell’anno 1995. Qua farà la conoscenza di un giovane Nick Fury (Samuel L. Jackson) con il quale si avventurerà in una guerra tra razze diverse, oltre a scoprire parti della sua esistenza umana che la faranno precipitare in un percorso emotivo di ricerca della sua vera identità.

La prima eroina Marvel donna 

Come già detto in apertura, Carol Denvers/Captain Marvel è il primo personaggio femminile nella storia del Marvel Cinematic Universe ad avere un film tutto suo. Il lavoro eseguito per questa pellicola, tuttavia, va ben oltre la questione di genere: non siamo di fronte ad una versione stereotipata di ‘potere alle donne’, ma ad un personaggio bilanciato, con elementi mascolini e femminili capaci di arrivare a qualsiasi tipo di pubblico. Ottima, a tal proposito, la scelta di Brie Larson, 30 anni pieni, carisma da vendere e un viso dai lineamenti non troppo delicati, ma comunque sensuali. 

È molto apprezzabile il lavoro di scrittura eseguito su questo personaggio, che ha di fronte a sé il classico percorso di scoperta interiore da supereroe, ma con sfumature diverse nel suo caso, perché inverso. Fin da subito ci presentano il soldato di sangue alieno Vers, freddo e combattivo, dotata di straordinari poteri. Da dove provengono, però, questi poteri? Qual è la sua vera natura, umana o aliena? Come lo spettatore, anche lei deve scoprirlo, ed ecco che con un percorso parallelo si setaccia la vita passata di Carol, tra ricordi offuscati e molta confusione. Andremo a scoprire pian piano che fin da piccola hanno cercato in tutti i modi di abbatterla, deridendola e non supportandola. Ed ecco che Carol si crea una corazza di testardaggine e caparbietà, capace di farle esaudire almeno un desiderio, quello di diventare pilota. 

Carol, Nick e Goose: triangolo vincente

Ciò che emerge maggiormente dalla visione di Captain Marvel è un sentimento di attaccamento ai personaggi, più realistici del solito e soprattutto più divertenti. C’è un’ironia ben calibrata, battute che fanno ridere, grazie anche ad un contesto tutto anni Novanta che offre molti spunti (e molto caro a noi della pagina). Tra Blockbuster, caricamenti lenti di computer ‘scatoloni’, Top Gun e stili grounge che passano da Nirvana a Guns N’Roses, i riferimenti a quegli anni donano il giusto effetto nostalgia (grave errore nell’adattamento italiano l’aver inserito inconcepibilmente il Wi-Fi, però…). 

Come dicevo, ci si attacca ai personaggi e il merito è di un simpatico trio formato da Carol, Nick e lo splendido gatto Goose (anche qua, Top Gun docet). Molto veritiera l’interpretazione di Samul L. Jackson ringiovanito – stupefacentemente – dalla CGI, che ci regala una versione young di Nick Fury. Decisamente diverso da quello che avevamo conosciuto negli altri film, più ironico in quanto meno esperto e ancora agli esordi nel suo S.H.I.E.L.D. I siparietti tra lui e Carol potrebbero da soli far venire la voglia di uno spin-off su di loro, stile buddy-movie.

Il terzo vero protagonista è Goose, il gatto, anzi, la gatta rossa, che si scoprirà essere di razza aliena Flerken, il cui apporto sarà fondamentale alle vicende. 

Captain Marvel va dritto al punto e ci prepara ad Avengers: Endgame

Sfida vinta, dunque, quella di Captain Marvel, un film che intrattiene, diverte e coinvolge, presentazione di un personaggio che, palesemente, sarà una pedina fondamentale per la guerra tra gli Avengers e Thanos. Soprattutto nella seconda parte del film, si sente molto la sensazione di ‘pellicola di passaggio’ o meglio ‘preparazione’ per il prossimo Avengers, che ora si fa ancora più appetitoso. Thanos, preparati, che forse così invincibile non lo sei più.