Sinossi
Captive State, il film diretto da Rupert Wyatt, è ambientato a Chicago nel 2015. La città americana, che vive da nove anni sotto l’occupazione di alieni che si fanno chiamare “Legislatori” e che lasciano gli umani fare la loro vita mentre nel sottosuolo sfruttano tutte le risorse naturali della Terra.
Gabe (Ashton Sanders), un ventenne che ha visto i genitori uccisi dagli alieni al loro arrivo, e che ha un fratello maggiore martire della Resistenza contro l’oppressore, cerca di trovare i soldi per fuggire dalla città attraverso il lago Michigan lavorando al mercato nero: così facendo, entrerà in contatto con una rinata cellula della Ribellione, La Fenice, finendo coinvolto nella preparazione di un nuovo attentato e scoprendo verità inattese su suo fratello. Il tutto mentre William Mulligan (John Goodman), un poliziotto collaborazionista ed ex amico della sua famiglia, mira a farne un suo informatore.
Usando l’espediente fantascientifico, Captive State vuole raccontare i pericoli che corrono oggigiorno le libertà civili e il ruolo del dissenso all’interno di una società autoritaria.
Nel cast del film anche Vera Farmiga, nel ruolo di Jane Doe, una vecchia conoscenza di Mulligan, che ora per nascondersi ha assunto l’identità di una escort, e nel cui misterioso passato potrebbe aver preordinato il futuro della razza umana.
Recensione
In un futuro governato dagli alieni tutto si può riassumere in poche righe. Ad esempio la colonna sonora è davvero notevole, incalza dall’inizio alla fine rendendo più avvincente tutto lo svolgimento della trama. Ecco parlando di questa c’è da dire che ci si aspettava qualcosa di più in quanto a volte siamo in presenza di episodi altamente scontati.
Nel parlare del montaggio ci dovremmo soffermare parecchio, anche perchè forse è il punto di forza di tutto quanto il film. Rapidi capovolgimenti, rapide scene, a volta senza un filo logico rendono tutto molto interessante ma anche molto difficoltosa la comprensione di tutta quanta la storia.
Una sceneggiatura “giusta”, dove gli alieni arrivano solo per brevi apparizioni, evocati a ogni passo, anche grazie alla costante presenza delle loro astronavi, che si innalzano verso cielo e puntano verso la terra, come un enorme masso frastagliato ed appuntito, accentuando la sensazione costante di oppressione.
La prestazione degli attori non ci è dispiaciuta.
Consigliato per gli amanti del genere ma forse volevamo qualcosa di più.
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