LA LUCE SUGLI OCEANI
con Micheal Fassbender, Alicia Vikander e Rachel Weisz
Siamo nel 1918. Tom Sherbourne (Micheal Fassbender) è un veterano della Grande Guerra, segnato dalle uccisioni e dai terribili traumi affrontati sul campo di battaglia. Cercando di sfuggire ai suoi dolorosi fantasmi, Tom cerca conforto nella solitudine e decide di accettare il lavoro come guardiano di un faro di una disabitata isola australiana, a cavallo tra l’Oceano Indiano e l’Oceano del Sud. Arrivato da poco in terra australiana, i suoi piani cambiano presto quando si innamora della bella Isabel (Alicia Vikander), giovane, vivace e determinata, capace di addolcire il suo spirito. I due innamorati si trasferiscono da soli sull’isola, sperando di creare una nuova vita insieme mettendo su famiglia, ma il destino sembra essere avverso e nega loro la gioia di avere un figlio. Il rovescio della medaglia vuole, però, che lo stesso crudele destino faccia arrivare sulle rive dell’isola una barca a remi, con dentro una neonata, sopravvissuta miracolosamente. Tom e Isabel, segnati dalle recenti sventure e mossi da un’intensa voglia di avere una famiglia, scelgono di accudire la bambina come fosse la loro, condividendo un segreto che porterà a conseguenze dolorose e devastanti, per loro e per altri.
Quando ti sei spinto troppo oltre, come fai a tornare indietro?
Partiamo dal presupposto che generalmente non sono una grande amante dei film che dipingono storie d’amore melodrammatiche e buoniste. Tuttavia il nuovo film di Derek Cianfrance, presentato al Festival di Venezia 2016 con lieve successo, mi è piaciuto. Mi è piaciuto perché i lati negativi (che pur ci sono), non sono riusciti a superare quelli positivi. Partiamo da quest’ultimi: la varietà dei temi trattati, la storia nel suo complesso e la riflessione che ne scaturisce. Si spazia dal tema della perdita, all’amore che solo un figlio può darti, alla responsabilità di una scelta moralmente discutibile fino all’introspezione di alcuni sentimenti essenziali, come l’umanità, la comprensione e il perdono. Il trio Fassbender-Vikander-Weisz non delude; ognuno di loro riesce a rendere il proprio personaggio in maniera positiva, creando empatia, tant’è che alla fine non sai da che parte schierarti. E se succede di avere emozioni contrastanti, significa che il film è riuscito. Leggermente superiori le due attrici, le quali emergono di più, anche perché viene dato molto risalto al dolore che solo una madre può provare dal distacco dal proprio figlio. Bello anche lo scenario ambientale di Janus Rock, l’isola australiana circondata da due oceani e capeggiata dall’imponente faro.
Passiamo ai lati meno brillanti, che non faranno piacere il film a molti: la stucchevolezza del carattere un po’ troppo biblico ed educativo della storia (non a caso umanità, comprensione e perdono, più biblico di così), l’arrivo miracoloso della bimba al momento giusto, alcune falle di sceneggiatura che allungano troppo il brodo ed altre invece che forse nel finale meritavano qualcosina in più. Tutti aspetti, per comprenderci, che etichetterebbero “La luce sugli oceani” come un film “alla Nicholas Sparks su La5”
Comunque sia, seppur stucchevole o straziante possa essere ritenuto, credo abbia tutte le carte in regola per piacere ed emozionare. Consigliato!
Ps. Rischio lacrime.
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