Il film
Nel 1976, anno dell’uscita nelle sale cinematografiche, il film di Steno non ottenne grandi riscontri al botteghino e venne stroncato dalla critica. Negli anni ’90, grazie ai ripetuti passaggi sulle reti televisive, ha ottenuto la popolarità mancata agli inizi divenendo un film di culto. Nel cast Gigi Proietti, Enrico Montesano, Francesco De Rosa, Catherine Spaak, Mario Carotenuto e Adolfo Celi.
La trama
Il film racconta le rocambolesche peripezie di tre amici col vizio delle scommesse ippiche: Bruno Fioretti (Gigi Proietti), soprannominato Mandrake, dice di essere attore e indossatore, ma in realtà si fa mantenere dalla fidanzata Gabriella (Catherine Spaak) ; Armando Pellicci (Enrico Montesano) detto Er Pomata, autodefinitosi tecnico ippico, in realtà è un disoccupato abile nelle truffe; infine c’è Felice Roversi (Francesco De Rosa), svogliato parcheggiatore abusivo.
Il trio passa gran parte delle giornate agli ippodromi, in particolare quello di Tor di Valle, dove cerca in ogni modo di mettere insieme il denaro per le scommesse, con la speranza di fare il colpo definitivo e sistemarsi per sempre. Dopo l’ennesima sconfitta ai cavalli, Gabriella, stanca che il suo fidanzato sperperi i soldi inutilmente, chiede consiglio a una veggente. A sorpresa, questa le indica tre cavalli vincenti su cui scommettere: Soldatino, King e D’Artagnan, i peggiori in circolazione.
Quando Mandrake comunica agli amici di voler puntare sui cavalli consigliati dalla fidanzata, viene convinto da Er Pomata a puntare su un cavallo favorito. Ma il pronostico della cartomante si rivela esatto. Costretto a dover mentire a Gabriella, che convinta di essere diventata ricca comincia a spendere soldi all’impazzata, Bruno organizza una super-mandrakata coi suoi compari per uscire da quella situazione…
le curiosità
- Non tutti sanno che Gigi Proietti non fu la prima scelta di Roberto Infascelli (il produttore), che al suo posto desiderava ardentemente Ugo Tognazzi. Tognazzi però non fu mai scelto perché Steno non era d’accordo con il suo coinvolgimento nel film, dato che per il ruolo del protagonista voleva un romano verace. Quando anche Vittorio Gassman rifiutò l’offerta di partecipare al progetto, fu consigliato da Alberto Lattuada il poco affermato Gigi Proietti.
- Adolfo Celi era stato inizialmente considerato per il ruolo dell’avvocato De Marchis ma Steno suggerì a Infascelli di affidargli la parte del giudice (ridotta nella stesura finale), più seria e imponente, e che quindi meglio si adattava al carisma dell’attore, rispetto a quella più goliardica dell’avvocato, che finì a Mario Carotenuto, grande amico di Infascelli.
- Nello script iniziale il personaggio di Pomata aveva un ruolo minore nelle vicende raccontate. Furono i Vanzina (padre e figlio) a intuire che Mandrake necessitava non di una spalla bensì di un attore di pari livello, capace di tenere botta nei duetti
- Anche se non lo si vede, il regista Steno è presente all’interno di Febbre da cavallo. Avete presente la voce dello spot durante la scena in cui Gigi Proietti va in giro vestito da vigile? Ecco, quel regista irascibile che insulta l’attore è proprio Steno.
- Riguardo sempre questa scena poi, c’è da dire che fu totalmente improvvisata. All’attore romano venne dato un canovaccio alla buona e Proietti così ha iniziato a inventare rime geniali per una sequenza che è entrata di diritto nella storia della commedia al’italiana.
- Febbre da cavallo all’epoca della sua uscita non ebbe un grandissimo successo commerciale. Come per l’altro cult Attila flagello di dio, il film di Steno si rivalutò nel corso del tempo, grazie soprattutto alle numerose riproposizioni nelle tv locali, soprattutto romane. Alcune delle battute ora sono diventate di uso comune ma all’epoca dell’uscita italiana, il 29 ottobre del 1976 Febbre da cavallo non divenne subito così popolare e, alla fine della stagione cinematografica 1976/77, dominata da King Kong, Rocky e Taxi Driver, si piazzò al 62° posto assoluto dietro a Il cinico, l’infame e il violento ed Italia a mano armata.
- Seppur in Febbre da cavallo la truffa a Manzotin venga effettuata nei pressi di Largo Arenula 2 nella realtà, lo stabile incriminato non si trova in questo slargo che realmente esiste a Roma nei pressi di Piazza Argentina, bensì in tutt’altra zona, nel quartiere Parioli, in Via di Villa Emiliani al civico 11.
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