L‘università di Padova ha conferito nella giornata di giovedì 28 dicembre la laurea magistrale ad honorem in lingue e letterature europee e americane a Patti Smith, musicista, scrittrice e poetessa americana.
“Sono onorata, qui si è laureata la prima donna nella storia” ha commentato la Smith. “Sognavo una laurea in una università così importante, ma ero troppo povera per permettermela e oltretutto non ero nemmeno una brava studentessa”.
Un momento di celebrazione e di musica nell’Aula Magna di Palazzo Bo, l’aula dove insegnava Galileo Galilei e dove è conservato ancora il suo tavolo, che la Smith ha ammirato con commozione. “Sembra il tavolo di un falegname. Grosso, grezzo, umile. Non certo un tavolo da principe o da ricco. Ecco, prometto di restare come quel tavolo per il futuro e vi ringrazio dal profondo del cuore”.
Da sempre attivista per i diritti umani, la sacerdotessa del punk rock ha ricordato l’importanza della battaglia per il clima: “Ho il cuore infranto per quello che è accaduto a Venezia, ma anche nella foresta pluviale amazzonica e altrove. È una questione globale, in tutto il mondo c’è gente che ha bisogno d’ispirazione, di sensibilizzazione o di un aiuto economico.
Tra le motivazioni della laurea, l’Università di Padova scrive:
“Per Patti la parola è dialogo fra arte e società, sospesa fra il sussurro religioso e l’urlo disperato” si legge nelle motivazioni della laurea, curate dal consiglio di corso di laurea. “Dai suoi esordi come autrice di poesie e di happening punk rock fino alle successive sperimentazioni nel rock alternativo Patti Smith ha esplorato le virtù espressive della parola in ogni sua forma: recitata, cantata, urlata, sputata, sognata, sussurrata. E ha abbracciato non solo la precarietà delle forme espressive, ma anche quella emotiva dei suoi innumerevoli personaggi spesso marginali e dissociati, vittime e carnefici, dall’identità sessuale mutevole e incerta. […] Nei suoi testi riscontriamo inoltre l’ispirazione che le proviene anche dalle grandi letterature europee e americane fra modernità e contemporaneità. Patti Smith disse che per lei Rimbaud era come un fidanzato. Altri autori l’hanno influenzata per la loro carica estetizzante, come Baudelaire e Keats, visionaria, quali Blake e Burroughs, sperimentale e poliedrica come Roberto Bolaño. I testi di Patti Smith ospitano spesso visioni in cui si rivela improvvisamente la condizione di chi sfugge a ogni definizione, coloro che stanno “outside of the society”, o chi ne è inesorabilmente travolto, come le vittime delle guerre e delle migrazioni. In Patti Smith troviamo dunque la varietà che ascriviamo ai grandi artisti della parola, il saper abbracciare insieme la fiducia nel riscatto sociale e la fragilità di chi sa che la notte appartiene agli amanti”.
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