Non ci resta che piangere, il capolavoro di Troisi e Benigni compie esattamente 35 anni. Uscì il 21 dicembre 1984.
A metà produzione si accorsero di aver girato (per il troppo entusiasmo) una quantità di scene eccessiva, così furono costretti a tagliare alcune vicende della loro immaginaria avventura nel medioevo. Ad esempio ci sarebbe dovuto essere un effettivo incontro con Savonarola, interpretato da Marco Messeri.
Ci sono infatti varie versioni che iniziano quando i due si imbattono in una bella amazzone, Astriaha, che li intimidisce scagliando una freccia al loro carro.
Versione cinematografica
In Francia Mario e Saverio si imbattono in Leonardo da Vinci, e spinti da un irrefrenabile entusiasmo tentano di proporgli le conoscenze e delle invenzioni attuali ma data la loro stessa ignoranza e la distanza dalle cognizioni dello stesso genio, partendo dal treno, il termometro, l’elettricità e il semaforo, i due poi debbono rassegnarsi a spiegargli il gioco della scopa.
In una taverna i due rincontrano Astriaha, la quale racconta loro che il suo compito era impedire l’arrivo in Spagna di qualunque straniero, per garantire la partenza delle navi di Colombo. A queste parole i due rimangono di soprassalto: “Colombo è già partito?!” e si precipitano in riva all’oceano senza scorgere neanche l’ombra delle caravelle.
I due tentano di tornare in Italia e con stupore vedono il fumo di una locomotiva. Convinti di essere tornati nel Novecento, scoprono a malincuore che il macchinista è Leonardo che ha fatto tesoro dei loro insegnamenti e che vedendo il loro disappunto, li rassicura sui proventi dell’affare da dividere in parti uguali: “Per carità! Trentatré, trentatré e trentatré!”.
Le due versioni si riallacciano nella scena della corsa sulla spiaggia, mentre la scena della locomotiva compare solo nella versione edita, dato che nell’altra Leonardo è assente.
Versione televisiva
La ragazza dice che per colpa loro non dorme e non mangia da tre giorni e intima loro di tornare dal loro capo, Alonso. Mario e Saverio non sanno chi sia questo Alonso e cercano di discolparsi. La ragazza sviene, Saverio la soccorre e subito se ne innamora. Rinvenuta, Astriaha obbliga i due a seguirla da suo padre. Saverio la corteggia continuamente, ma lei non sembra corrispondere, anzi. Una notte raggiunge Mario in una stalla e fanno l’amore. Saverio li vede e la mattina dopo, disperato, decide di vendicarsi. Mentre Mario si riposa vicino a un fiume, Saverio parla ad Astriaha e le confida che Mario è veramente un uomo di Alonso.
La donna, sdegnata, fugge. Mario si arrabbia, i due litigano, si picchiano, si rincorrono fino ad arrivare ad una spiaggia. Insieme chiamano il nome di Colombo a squarciagola, ma scoprono che le tre caravelle sono già partite. Sconsolato, Saverio rivela a Mario il vero motivo per cui voleva fermare il navigatore: “Fred, il fidanzato della mia sorella, era americano, era uno della NATO di Pisa. Se io, per cinque minuti, riuscivo a fermare Colombo, quell’imbecille non nasceva e la mia sorella stava bene”.
Benigni e Troisi in un’intervista hanno dichiarato che la celebre scena in cui passano la dogana è stata girata più e più volte perché i due non riuscivano a restare seri.
La scena in cui Benigni e Troisi scrivono la lettera a Girolamo Savonarola è un omaggio alla scena del film Totò, Peppino e la… malafemmina, nella quale i protagonisti scrivono una lettera sconclusionata alla fidanzata del nipote.
Durante la registrazione nella campagna umbra fu fatto uno scherzo a Carlo Monni (Vitellozzo nel film). Benigni e Troisi gli fecero pronunciare cose scurrili sulla madre di Amanda Sandrelli, Stefania, attrice molto bella e allora in voga. Amanda, che per opera dei due aveva ascoltato tutto, andò nel camper di Carlo Monni e gli diede un bello schiaffone.
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