Christian De Sica ha rilasciato un’intervista al CORRIERE DELLA SERA in cui ha ripercorso varie tappe della sua carriera. Una tra queste, l’incontro con Silvia Verdone, sorella del mitico Carlo
“Ho perso mio padre che avevo 23 anni e mi sarei ritrovato senza lavoro. Invece, avendo già intrapreso questo mestiere per conto mio, piano piano mi sono fatto strada, ma è stata dura. Ricordo i primi tempi in cui ero fidanzato con Silvia: facevamo la fame ed era lei a portare i soldi a casa, pagava l’affitto della casetta in cui vivevamo, perché io, nelle prime apparizioni cinematografiche guadagnavo pochissimo.Solo quando firmai il primo contratto con Carlo Vanzina detti una gomitata a Silvia dicendole: d’ora in poi mangeremo bene”, ha poi concluso.
Se papà Vittorio avesse avuto il tempo di vedere i vituperati cinepanettoni, li avrebbe criticati?
«Assolutamente no. Lui pure ha iniziato la carriera con film comici come Un garibaldino al convento, pellicole di cassetta, tipo Pane amore e Andalusia, oppure film con Maurizio Arena… Secondo me gli sarebbe piaciuto un mio successo come Natale sul Nilo. I cinepanettoni hanno descritto l’Italia di oggi molto meglio di altri film autoriali che nessuno ha visto. Il fatto è che nel nostro Paese il successo non ti viene perdonato: se non sei brutto, se hai una bella famiglia, e fai pure soldi al botteghino è troppo! E pensare che io non sono mai stato uno che se la tira. L’umiltà è l’insegnamento più importante avuto da mio padre, che ha vinto 4 Oscar, ma io ho vinto 32 Biglietti d’oro».
FONTE CORRIERE.IT
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