Agente 007 – Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever il titolo originale) è un film del 1971 diretto da Guy Hamilton.  È il settimo film della saga di James Bond e il sesto in cui Sean Connery interpreta l’agente, dopo la temporanea parentesi dell’australiano George Lazenby nel precedente Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà uscito nel 1969. Come le altre pellicole della saga, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Ian Fleming, il ‘papà’ di 007.

Trama 

Il mercato mondiale dei diamanti è sconvolto da un improvviso aumento di acquisti da parte di ignoti compratori. L’incarico di far luce sulla vicenda viene affidato a James Bond, il quale, indagando tra gli Stati Uniti e l’Olanda, scopre che i preziosi servivano a finanziare un micidiale complotto. 

Curiosità

Cast

Come già anticipato, il precedente film della saga, Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, aveva visto come protagonista George Lazenby nei panni di James Bond (i precedenti cinque li aveva tutti interpretati Connery). Nonostante i buoni incassi e la discreta prova di Lazenby, il nuovo interprete di 007 non volle firmare un contratto che lo legasse per tre o quattro film al personaggio, forse sperando in una carriera diversa nel cinema.

Per questo i produttori Albert Broccoli e Harry Saltzman si adoperarono per trovare un sostituto. Si puntò dapprima su Burt Reynolds, il quale però non poteva liberarsi da altri impegni per cui era sotto contratto. L’ambita parte di 007 venne così offerta al “Batman” televisivo, Adam West, il quale però non accettò, perché riteneva che Bond dovesse essere impersonato da un attore britannico. Anche Michael Gambon non accettò l’offerta di essere Bond, perché si vedeva fisicamente fuori forma. Fu così che venne scelto John Gavin, che aveva già interpretato il ruolo di una spia nel film d’azione francese “Niente rose per Oss 117”. Gavin firmò il contratto, ma poco dopo tornò in gioco Sean Connery, che si offrì di riprendere la parte per una cifra considerata al tempo astronomica: 1 milione e 250,000 dollari. I produttori accettarono, pagando comunque a John Gavin il dovuto per il contratto annullato.

Lo stipendio di Connery influì sul budget della pellicola, abbassando di molto le spese per gli effetti speciali.

Connery lascerà poi spazio a Roger Moore nel successivo Vivi e lascia morire, pur tuttavia tornando nuovamente a interpretare il personaggio in Mai dire mai (1983), pellicola apocrifa in quanto non appartenente alla serie ufficiale di 007.

Nel meeting iniziale tra 007 e “M”, quest’ultimo allude a una vacanza dell’agente segreto: è uno scherzo in riferimento all’assenza di Connery dal precedente episodio.

Inizialmente l’antagonista del film doveva essere nuovamente Gert Fröbe nei panni del gemello di Auric Goldfinger (il cattivo dell’omonimo film), ma per dare maggiore continuità alla serie si decide di reintrodurre nella vicenda per la terza volta il nemico principale di Bond, Ernst Stavro Blofeld, interpretato questa volta da Charles Gray il quale subentra a Donald Pleasence e Telly Savalas; lo stesso attore era apparso in un precedente capitolo della saga, Si vive solo due volte, interprete di un personaggio secondario che cade ucciso dopo poche scene.

Nel ruolo di Tiffany Case venne scelta Jill St. John, la quale inizialmente era stata considerata per il ruolo di Plenty O’Toole (andato poi a Lana Wood). Jill St. John è stata la prima Bond-Girl americana, battendo la concorrenza di attrici come Racquel Welch, Jane Fonda e Faye Dunaway.

Harry Saltzman volle scritturare Lana Wood dopo averla notata su “Playboy”. L’attrice venne doppiata e, nelle scene in cui era con Sean Connery, recitava sopra una scatola in quanto molto più bassa dell’attore scozzese, nonostante i tacchi alti. 

Secondo la Wood, durante la lavorazione della pellicola, Sean Connery ebbe un’avventura con lei, e la prima volta che incontrò il collega, questi le fece uno scherzo: qualcuno, sul set, la avvisò che Connery intendeva parlarle nella sua stanza d’albergo. Quando l’attrice giunse sul posto, trovò la porta della camera aperta, con Connery dentro completamente nudo. 

Nella scena della morte di Plenty, Lana Wood rischiò davvero di morire: la corda che la legava al cemento era troppo stretta e non riusciva a snodarsi. Fu necessario il tempestivo intervento di alcuni tecnici della troupe, che la salvarono dall’affogamento.

I killer Mr. Kidd e Mr. Wint sono interpretati da Putter Smith e Bruce Glover.

La parte del miliardario Willard Whyte fu invece affidata a Jimmy Dean, star della musica country.

La frase “L’umiltà è la peggior forma di presunzione” che Blofeld pronuncia, è una citazione dello scrittore francese Francois de La Rochefoucauld.

L’auto che Bond guida a Las Vegas è una Ford Mustang Mach 1 del 1971, mentre il casino “The Whyte House” è in realtà il primordiale Hilton Las Vegas con l’aggiunta di una torre inesistente per renderlo ancora più alto nelle inquadrature del film. Nel viaggio da Londra verso l’Olanda Bond guida invece una Triumph Stag.

La casa di Tiffany Case era in realtà l’abitazione di Kirk Douglas; nella stessa location, John Barry e Leslie Bricusse avevano scritto il testo del brano You Only Live Twice

Il film rappresenta l’ultima apparizione di Bruce Cabot, attore deceduto nel 1972. Era stato il protagonista del primo King Kong degli anni Trenta, dove impersonava Jack Driscoll.

Alla prima trasmissione in Gran Bretagna, il 14 marzo 1981, il film fu visto da oltre 22 milioni di telespettatori, divenendo il quarto titolo in assoluto per la ITV. Le riprese si tennero tra l’aprile e il settembre del 1971, tra Amsterdam, il Nevada, l’Inghilterra, l’Illinois, la California e la Francia.

Agente 007 – Una cascata di diamanti una nomination agli Oscar, per il miglior sonoro, ma non vinse la statuetta.

Costato 7 milioni e 200,000 dollari, ne incassò 43 nei soli Stati Uniti, e altri 72 nel resto del mondo: l’incasso mondiale fu di 116 milioni.