Nell’immaginario collettivo si parla della “maledizione dei 27” o, per usare un termine più giornalistico, del Club 27. L’espressione, per chi non ne fosse al corrente, si riferisce ad un particolare gruppo di artisti (in prevalenza cantanti rock) che sono morti all’età di 27 anni. Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e Amy Winehouse sono alcuni tra i musicisti più celebri di tale gruppo, ma se dovessimo estendere la cosa anche al mondo del cinema, ci troveremmo tanti altri nomi. A condividere un simile destino abbiamo appreso esserci l’attore Jonathan Brandis, noto per aver interpretato il giovane Bill Denbrough nella versione televisiva di IT. Il giovane attore si è infatti tragicamente suicidato all’età di 27 anni.
La carriera tra La Storia Infinita e IT
Jonathan Brandis si addentrò nel mondo della recitazione in tenera età, ottenendo i suoi primi ruoli in serie televisive quali Kate e Allie, Avvocati a Los Angeles, Gli amici di papà, Casalingo Superpiù e La signora in giallo. La notorietà a livello internazionale gli arriva nel 1990 quando venne scelto per interpretare il protagonista Bastian ne La storia infinita 2, sequel della precedente celebre pellicola uscita nel 1984.
Sempre in quell’anno entra nel cast dell’acclamato film per la tv IT, dove interpreta uno dei giovani protagonisti, Bill Denbrough, fratello maggiore di Georgie.
Nel 1992 è stato protagonista con Chuck Norris nel film Pugno d’acciaio, dove ha interpretato il ruolo di Barry Grabrewski.
Un altro ruolo importante ricoperto da Brandis è stato il personaggio di Lucas Wolenczak, la sua rappresentazione nella fiction futuristica SeaQuest – Odissea negli abissi, prodotta da Steven Spielberg nel 1993.
La morte
Johnathan Brandis morì impiccato il 12 novembre 2003. La settimana prima di morire, Jonathan trascorse qualche giorno a casa dei genitori, i quali si accorsero che il figlio era giù di morale, senza però capirne il motivo. La sera dell’11 novembre 2003 il ragazzo si recò a casa di alcuni suoi amici e nel bel mezzo della serata, di punto in bianco, uscì dalla stanza dove si trovavano e si allontanò.
Uno dei suoi amici, non vedendolo tornare, andò a cercarlo e dopo circa 15 minuti lo trovò, alle ore 23:40, privo di sensi ed impiccato ad una corda di nylon nel corridoio del secondo piano dell’edificio. L’amico lo liberò dalla corda e chiamò i soccorsi, che arrivarono d’urgenza trasportandolo all’ospedale. Ma niente da fare: Brandis morì il giorno dopo alle ore 2:45, perché la sua gola era stata irrimediabilmente lacerata dalla corda di nylon.
Le cause del suicidio non sono note. Brandis non lasciò nessun biglietto di addio e la famiglia rimase devastata dall’accaduto. Secondo la madre il giovane non aveva problemi personali, ma era molto severo verso se stesso e molti suoi amici sostennero che Johnatahn si sentisse depresso per il mancato decollo della sua carriera.
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