Venticinque anni fa, nel 1995, Pierce Brosnan cominciava il suo cammino nei panni del celebre agente segreto James Bond, riportando in auge il personaggio dopo qualche anno di stallo (e di fallimenti) dalle ultime interpretazioni di Timothy Dalton.
Brosnan ha interpretato 007 per un totale di quattro film che ebbero un grandissimo successo: la sua prima apparizione fu in GoldenEye (1995), con grande approvazione della critica, che giudica il suo Bond “più sensibile, più vulnerabile, più psicologicamente completo” rispetto a quelli precedenti. GoldenEye supera il doppio degli incassi del precedente film di Dalton nelle vendite al botteghino in tutto il mondo e raggiunge un successo che non si vedeva nei film di Bond fin dai tempi di Moonraker – Operazione spazio.
La sua seconda prova arriva nel 1997 con Il domani non muore mai e la terza nel 1999 con Il mondo non basta, riscuotendo di fatto lo stesso successo. Nel 2002 l’attore appare per la sua quarta ed ultima volta nei panni dell’agente segreto in La morte può attendere, film che, sebbene riceva recensioni contrastanti dalla critica, sbanca al botteghino, battendo tutti i precedenti film di Bond in termini di incasso mondiale.
La sostituzione
Brosnan avrebbe fatto volentieri anche un quinto film nei panni di Bond, ma la produzione riteneva che il franchise avesse bisogno di una rinascita dopo gli eventi dell’11 settembre. Nel 2004 i produttori lo informarono via telefono che avevano intenzione di fare un recast; in seguito l’attore avrebbe affermato di essersi sentito “preso a calci e buttato sul marciapiede“, ma oggi le cose sono cambiate:
“Non ho rimpianti“, ha detto in una recente intervista al The Guardian. “Non permetto al rimpianto di entrare nel mio mondo. È una cosa che porta solo a più miseria e ad altri rimpianti. Bond è stato un dono che mi ha permesso di avere una carriera meravigliosa e di cui godo ancora oggi. Una volta che sei marchiato come un Bond, lo sei per sempre, quindi bisogna farci pace e capire quando l’avventura finisce“.
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