L’attrice Serena Grandi è stata condannata dal Tribunale di Rimini a due anni e due mesi di reclusione per il fallimento del ristorante della “Locanda di Miranda” a Borgo San Giuliano di Rimini. La stessa ha rilasciato un’intervista su Repubblica
“Sono senza parole, non mi do pace per l’accanimento nei miei confronti”
Tra i reati contestati c’è la bancarotta con distrazione di beni strumentali della società Donna Serena srl e irregolarità sui libri contabili. Aperto nel 2013 dopo la partecipazione della Grandi al film premio Oscar “La grande bellezza” e chiamato come il personaggio da lei interpretato nel film di Tinto Brass, “Miranda”, il ristorante ha chiuso il 4 luglio del 2015.
Signora Grandi, come sta?
“Sono basita, scossa, non riesco davvero a comprendere. Non capisco cosa c’entrano le cose della mia casa a Roma, in via Archimede ai Parioli, con il fallimento del ristorante. È una giustizia così contorta”.
Tra le accuse c’è quella di aver sottratto beni strumentali della società.
“Sa di cosa si tratta? Del letto di mio figlio, che tra l’altro ci teneva moltissimo perché era un regalo di suo padre e ancora se ne dispiace, di piatti e padelle che non erano del ristorante ma della mia casa di Roma, quando facevo le cene, e di uno stendino per i panni. Ci sono le foto a provarlo”.
Come è accaduto che il ristorante sia arrivato al fallimento?
“Abbiamo aperto nel 2013, lo consideravo il mio buen retiro, dove avrei passato la vecchiaia, lavorando con mio figlio, guardando il mare. Il ristorante è andato bene per due anni, poi – guarda caso – quando è iniziata a circolare la voce che “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, dove ho un piccolo ruolo ma impegnativo e importante, era candidato agli Oscar, la gente ha smesso di venire a cena da noi. Sarebbe stato il mio addio al cinema, è diventato l’addio al ristorante”.
Quanto ha perso?
“700 mila euro, tutti i risparmi messi da parte lungo la mia carriera”.
Trovate il resto dell’intervista su REPUBBLICA
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