Dalila Di Lazzaro, nota anche con lo pseudonimo di Dalila Di Lamar è stata una modella e attrice molto gettonata negli anni 70, 80 e nei primi anni 90. Il suo primo grande ruolo fu nel 1974 con Il mostro è in tavola… barone Frankenstein, di Paul Morrissey (la vollero fortemente i produttori Andy Warhol e Carlo Ponti) mentre dopo essere stata definitivamente lanciata nel 1976 da Alberto Lattuada come attrice principale nella pellicola, Oh, Serafina! la Di Lazzaro verrà scelta e scritturata in seguito, essenzialmente per il ruolo di femme fatale, girando nel complesso più di trenta film e diverse fiction televisive.
La morte del figlio e l’incidente
Nel 1991 la vita di Dalila Di Lazzaro rimane segnata da una tragedia: la morte del figlio Christian. Il ragazzo, di soli 22 anni, morì in un incidente stradale e per lei inizia un lungo percorso di elaborazione del lutto, con la voglia di starsene in disparte e circondata dal silenzio, come la stessa dichiarò in una intervista, tempo dopo.
Un altro tragico evento segnò la sua vita tempo dopo: lei stessa dovette affrontare un serio incidente in motorino, avvenuto sulle strade di Roma, che le causarono una frattura della prima vertebra cervicale.
Le difficoltà economiche
Lo scorso anno la Di Lazzaro è stata ospite del programma di Rai 1 Storie Italiane nel quale ha parlato delle sue attuali difficoltà economiche e dei problemi di salute che l’hanno colpita dopo il grave incidente motociclistico che le ha causato la frattura dell’atlante, la prima vertebra del collo, costringendola a rimanere immobile nel letto, distesa e convalescente per lungo tempo. Questo infortunio comporterà una lunga battuta d’arresto nella sua carriera di attrice.
«Ho un dolore cronico – ha spiegato la Di Lazzaro, oggi 69 anni – Vorrei riconoscessero che il mio problema è grave. Anche se mi vedete così, io non posso muovermi. Durante l’incidente ho battuto la schiena, e un pezzo di trapezio mi ha strappato dei tessuti nervosi dalla spina dorsale. Soffro di un dolore cronico neuropatico, non posso muovermi come tutti voi. Posso fare due passi ma sempre con la morfina in tasca».
Come conseguenza di quel grave incidente la donna non ha più potuto lavorare ed è stata costretta a spendere «oltre 750mila euro in cure mediche».
«Ha rotto un momento magico della mia carriera. Non sono arrivata a quarant’anni di lavoro ma se anche lo avessi fatto, pur avendo sempre versato i contributi, oggi non avrei una pensione dignitosa».
Di Lazzaro ha rivelato di aver chiesto aiuto alle istituzioni più volte.
«Se una persona è costretta a smettere di lavorare e non può più fare niente, come si deve comportare? Mi mancavano circa dieci anni di lavoro, ho chiesto mille volte di avere un’integrazione, ma è come chiedere l’elemosina».
Commenti recenti