I fan del rock sono rimasti sconvolti nell’apprendere della morte di Eddie Van Halen, scomparso nella giornata di ieri a 65 anni a causa di un cancro alla gola.
Nel corso di una carriera lunga mezzo secolo, Van Halen ha contribuito a numerosi momenti memorabili della storia della musica, entrando di fatto nell’Olimpo dei chitarristi grazie soprattutto alla suo stile e al cosiddetto tapping, la tecnica che consiste nel suonare la chitarra con entrambe le mani sulla tastiera. Insieme al fratello Alex ha suonato nell’omonima band dei Van Halen, ma Eddie ha avuto anche alti momenti di gloria come solista, come quando realizzò l’indimenticabile assolo di chitarra in “Beat It” di Michael Jackson.
Se siete lettori di questa pagina dedicata alla celebrazione degli anni ottanta e novanta, ricorderete anche che Eddie Van Halen ha fatto un ‘cameo’ in una pellicola che non possiamo non citare: Ritorno al Futuro. La scena, se doveste essere un po’ arrugginiti con la memoria, è quella che mostra Marty McFly nel 1955 intrufolarsi nel cuore della notte nella stanza del padre adolescente, sperando di spaventarlo con un po’ con la tecnologia degli anni ’80. Tutto coperto con una tuta gialla, Marty mette un paio di cuffie sulle orecchie del padre addormentato e inserisce una cassetta nel suo walkman. Il nastro in questione è etichettato “Edward Van Halen”, e da lì parte un suono di chitarra elettrica che quasi spacca i timpani al povero George.
Vi siete mai chiesti se quello era davvero Eddie Van Halen?
La rockstar ha risposto a TMZ in una vecchia chiacchierata del 2012, confermando che effettivamente era stato lui a registrare quel suono (o quel “mucchio di semplici suoni” come li ha definiti).
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