“Per indole, non sono una ribelle e tendo ad assecondare il destino. Sognavo di fare il medico e mi sono ritrovata a cantare. È stata una prigione? Non lo so. Come non so se mi pesi il fatto di non aver avuto dei figli. O di essere sempre considerata la fidanzatina del mio pubblico. Vede, in fondo, io preferisco viverlo il destino, invece di cambiarlo”.
La cantante spiega come la canzone “I Puffi” abbia cambiato ogni cosa:
“Verso la fine del liceo, mi chiamano per questo nuovo progetto, I Puffi. Ricordo mio padre che mi accompagnava a Milano agli studi di registrazione e poi mi aspettava controllando tutto. Quello che successe dopo fu una cosa pazzesca: tutti cantavano quella canzone, il cartone animato divenne un caso arrivando a vendere 500.000 copie del singolo. Io ero travolta: non ho un carattere da vincente, oggi non potrei mai partecipare a un talent”.
E poi continua, raccontando un aneddoto accaduto nel corso di un esame universitario che segnò un punto di svolta:
“Il punto di svolta avvenne all’università, quando per la terza volta stavo tentando l’esame di Chimica. Lo scritto andò così così e all’orale il professore mi fece capire che non l’avrei passato di nuovo. Io lo guardai con i miei occhi e lui, sorridendo, mi disse: “Me la canti la canzone dei Puffi?”. Finì che mi beccai un 19. Grazie ai Puffi, ovviamente”.
Fonte: Vanity Fair
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