Around the World è una canzone del duo di musica elettronica francese Daft Punk, estratto dall’album di debutto del gruppo Homework. Il pezzo è diventato un enorme successo in tutto il mondo, giungendo fino alla prima posizione della dance charts.

Il testo del brano è completamente costruito sulla ripetizione ossessiva della frase del titolo. È anche molto popolare il video della canzone, diretto da Michel Gondry e coreografato da Blanca Li.

Il video di Around the World, girato da Michel Gondry vede dei robot camminare in circolo su una piattaforma (che rappresenta un vinile), “alti atleti” (così descritti da Gondry) camminare su e giù da alcune scale, donne vestite da nuotatrici sincronizzate (descritte da Gondry come “disco girls”) che vanno su e giù da altre scale, scheletri che danzano al centro del “disco,” e mummie che danzano a ritmo con la batteria del brano.

Si tratta di una rappresentazione visuale della canzone, coreografata da Blanca Li: ogni elemento del video rappresenta uno strumento differente. Secondo le note di produzione di Gondry, i robot rappresentano la parte vocale (la voce robotica) del brano; gli atleti simboleggiano il basso; le “disco girls” la tastiera; gli scheletri le chitarre 

Ufficialmente il pezzo venne rilasciato nel marzo del 1997 ma fu durante l’estate che il sound arrivò nel nostro paese.

Nessuno capiva quel video, per registrare la canzone dovevi premere rec sullo stereo, sennò avevi il duro compito di spendere 10000 lire dal venditore ambulante o 35000 lire per l’originale.

Around The World è influenzata da “popcorn” del 1969, una strumentale di Gershon Kingsley, divenuta popolare nel 1972 con la versione degli Hot Butter. I Daft Punk con questo singolo hanno letteralmente fatto centro: le sonorità House tipiche di quel periodo vengono fuse con dei campionamenti Dance anni 70 che danno vita ad una strumentale orecchiabile e godibilissima, danzereccia ma MAI banale o tamarra… tutt’altro! Infatti, come già detto sopra, Il duo è considerato “pionieristico” per l’elettronica odierna: quello che però caratterizza questi due robottoni dal quasi totale trash musicale elettronico di oggi, è la loro voglia di cambiare sound di album in album. Dalla french house di “homework” si passa al synth pop di “discovery“, una techno più moderna proto-dubstep di “human after all” e la dance revival di “random access memories“.

 

Grazie a questo folgorante debutto, Bangalter e De Homem-Christo, si ritroveranno, poco più che ventenni, ad essere contemporaneamente star della scena underground e conquistatori delle hit parade di mezzo mondo, ponendosi come il nome di punta della rinascita francese di fine anni ’90, rinascita che perdura ancora oggi. Insieme al successivo Discovery, Homework rappresenta il manifesto estetico della nuova dance o, meglio del nuovo pop: imbevuto di ricordi e nostalgia, ma non rassegnato a diventare esso stesso una sterile emulazione di modelli passati, gioioso, elettronico, umano.

Tutto l’album è un tripudio di elettronica, e ciò fu riversato successivamente nel loro primo tour ALIVE 97 che letteralmente lanciò il due francese nell’olimpo della musica priva che si trasformassero in “robot”e celassero il loro viso per sempre.

Il secondo tour lo realizzeranno nel 2007 con “Alive 2007” e da allora più nulla. Solo delle apparizioni sporadiche ai Grammy e a un concerto dei Phoenix a New York. 

 

Durante il loro tour del 2007 vennero anche a Torino, al Traffic Festival, ma un esame universitario il giorno dopo mi negò la possibilità di vederli dal vivo ed ancora oggi rimane uno dei più grandi rimpianti della mia esistenza.

Tornate presto DAFT PUNK!