«Buongiorno principessa!»: nonostante sia uscito nel 1997, e mandato in onda più volte ad ogni visione «La vita è bella» suscita sempre grande emozione. L’argomento scelto da Roberto Benigni è l’Olocausto, ma lo ha fatto in una maniera inusuale, attraverso la storia di Guido Orefice, di sua moglie Dora (interpretata da Nicoletta Braschi) e del loro figlioletto Giosuè, che il protagonista proteggerà dalla morte fino alla fine facendogli credere che tutto ciò che vivono – deportazione e prigionia nel campo di concentramento inclusa – sia parte di un gioco che ha in palio un bellissimo premio (un carro armato).
Il film fu premiato nel 1999 con ben tre Oscar: miglior film straniero, miglior attore protagonista (Roberto Benigni) e migliore colonna sonora (Nicola Piovani). L’immagine dell’attore e regista che cammina sulle poltrone per andare a ritirare la statuetta dalle mani di Sophia Loren («che disse la famosa frase che ancora rimane impressa in tutti gli italiani Robertoooo») è entrata nella storia così come il suo memorabile discorso. E, quando fu chiamato per ricevere il secondo premio, strappò a tutti – nuovamente – una risata:
«Questo è un terribile errore, anche perché ho usato tutto l’inglese che conosco nel primo discorso».
CHE FINE HA FATTO GIORGIO CANTARINI?
La partecipazione a «La vita è bella» ha fatto scattare nel piccolo Giorgio Cantarini (che all’epoca aveva soltanto 5 anni) la passione per lo spettacolo e la recitazione: nel 2000 era sul set del kolossal «Il gladiatore» – nei panni del figlio di Massimo Decimo Meridio – e, qualche anno dopo, è stato ammesso al Centro sperimentale di cinematografia. Per la sua interpretazione di Giosuè, il figlio di Roberto Benigni nel film, vinse il Young Artist Award.
“Fino ai diciotto, volevo diventare calciatore, il cinema era qualcosa che mi era piaciuto, però poteva anche finire lì – ha raccontato qualche tempo fa al Corriere della Sera -. Poi, dopo il liceo, su consiglio di Benigni, col quale sono sempre rimasto in contatto e che ancora mi invita alle prime o a prendere un gelato, ho tentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Mi hanno preso e mi sono diplomato nel 2014″.
Del suo legame con i coniugi Benigni ha ricordato:
“Ci sentiamo, è un legame che è rimasto. Sia lui che sua moglie Nicoletta Braschi mi hanno dato dei consigli […] Mi sono stati vicini in questi anni”.
Oggi lavora ancora come attore (visto l’ultima volta nel cortometraggio «Kites of War» di Michele Diomà) e vive a New York.
IL CALL CENTER
Tempo fa Giorgio Cantarini è tornato alla ribalta per un’intervista che ha rilasciato a Il Messaggero. L’attore, complice la crisi, è tornato in Italia e oggi lavora per un call center che si occupa del tracciamento dei contatti per conto della Asl di Viterbo.
«I teatri sono chiusi e lavorare sui set in questo momento è alquanto difficile. Insomma, di occasioni intorno al mondo artistico ce ne sono poche, una parte della mia famiglia già è impiegata nella sanità».
Sua madre è un’infermiera professionista e suo fratello anche è un artista (suona nei Dear Jack). Proprio con quest’ultimo ha iniziato il suo nuovo percorso insieme a 10 neo assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa per 35 ore settimanali sino al prossimo 30 aprile.
“È un lavoro soltanto momentaneo. Ma in questo periodo tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per poter guadagnare qualcosa e così ho fatto anche io. Inoltre – spiega Giorgio – in questo modo sento anche di poter fare qualcosa di utile per gli altri. Sì, ne sono contento: cercherò di dare una mano e fare il meglio che posso”
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