Il settimanale Visto dedica alcune pagine al comico Giorgio Panariello e al suo libro “Io sono mio fratello”, nel quale racconta la sua storia, parlando di sé, del suo passato, della famiglia e del successo. A proposito del fratello Franco e dei suoi problemi con la droga, Giorgio Panariello rivela di aver anche pensato di provare l’eroina per aiutarlo:
“Una sera mi proposero di sniffare un po’ di eroina. Così tanto per provare. L’avrei fatto anche solo per dimostrare a mio fratello che avrei avuto la lucidità di non diventarne schiavo, per dimostrargli che dipendeva tutto solo dalla forza di volontà. L’avrei fatto anche per mettermi alla prova, per capire fino a che punto mi sarei potuto spingere, per capire se davvero ero così diverso da loro”.
E poi continua:
“L’avrei fatto se non ci fosse stato un piccolo, fortuito dettaglio a salvarmi: non si trattava di polvere, ma di un cristallo da sciogliere su un cucchiaino scaldato alla fiamma di una candela. Quel rito mi inorridì, mi spaventò. Era il punto di non ritorno. Trovai una scusa e me ne andai, anzi scappai, inseguito dagli sfottò di mio fratello”.
Giorgio Panariello, infine, conclude:
“Anche oggi ringrazio Dio per avermi salvato mentre ero sull’orlo di un precipizio. Se fosse stata polvere, l’avrei fatto”.
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