Il 20 dicembre 1997 usciva in Italia “La vita è bella”, film diretto e interpretato da Roberto Benigni che finirà per segnare la storia del cinema, in particolare quello italiano. La pellicola, incentrata sul delicato tema dell’Olocausto, vede protagonista Guido Orefice, uomo ebreo ilare e giocoso, che – deportato insieme alla sua famiglia in un lager nazista – cercherà di proteggere il figlio Giosuè dagli orrori dell’Olocausto, facendogli credere che tutto ciò che vedono sia parte di un fantastico gioco in cui dovranno affrontare prove durissime per vincere il meraviglioso premio finale.
Scopriamo 5 curiosità sull’amata pellicola
I premi Oscar
La pellicola diretta e interpretata da Roberto Benigni ha il grande merito di aver riportato il cinema italiano in una posizione di lustro in campo internazionale. Il film riuscì infatti ad aggiudicarsi 3 ambitissime statuette ai premi Oscar del 1999, vincendo come miglior film straniero, miglior colonna sonora a Nicola Piovani e miglior attore protagonista a Roberto Benigni (battendo addirittura Tom Hanks con Salvate il soldato Ryan e Edward Norton con American History X).
Durante la cerimonia di premiazione, il nome di Roberto Benigni venne pronunciato da una commossa Sophia Loren e l’esultanza e il discorso dell’attore toscano sono entrati nella storia anche degli Academy. Rivediamo quel momento:
L’omaggio a Massimo Troisi
All’interno della pellicola, sono visibili diversi tributi a Massimo Troisi, il grande attore napoletano con il quale Benigni ebbe modo di lavorare negli anni precedenti. Nella scena in cui Guido cerca di far voltare verso di sé l’amata Dora (Nicoletta Braschi), questo sussurra piano piano “Voltati!” esattamente come Troisi in Ricomincio da tre quando tenta di spostare un vaso con la sola forza del pensiero. Il secondo tributo, invece, è presente nella scena in cui Guido fa il giro del quartiere per spuntare davanti a Dora, proprio come Troisi.
Il titolo
Inizialmente l’idea era quella di fare un film comico, dopo i successi di Johnny Stecchino e Il mostro, ma in seguito il soggetto del film, scritto da Benigni insieme a Vincenzo Cerami, fu modificato. Durante le riprese il titolo della pellicola era Buongiorno Principessa, ma venne successivamente cambiato in “La vita è bella”. La frase è stata estrapolata dal testamento di Lev Trotsky che, per esteso, recita così: “La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore”.
I riferimenti a “Le ali della libertà” e Charlie Chaplin
Nella scena in cui Guido fa sentire la sua voce al microfono per comunicare con la moglie, anch’ella internata, c’è un riferimento al film del 1994 diretto da Frank Darabont: il carcerato Andy Dufresne (Tim Robbins) fa sentire a tutti musica classica proprio grazie all’altoparlante del carcere e tutti, incuriositi, alzano il capo proprio come avviene nella pellicola di Benigni.
Quando si trova nel lager tedesco Guido indossa la tuta da deportato sulla quale è stampato lo stesso numero presente anche sulla tuta indossata da Charlie Chaplin ne Il Grande Dittatore.
Record d’incassi
Alla sua uscita, in Italia incassò la cifra record di 92 miliardi di lire, divenendo il film italiano di maggiore incasso di sempre, oltre a essere una delle pellicole italiane più apprezzate e popolari nel mondo. Il film vanta anche numerosi primati: è il film italiano che ha incassato di più al mondo (229 milioni di dollari), il più premiato agli Oscar, il più visto al suo primo passaggio TV (oltre 16 milioni di spettatori) e il film italiano di maggior incasso in Italia fino al 2011, quando venne superato dal film Che bella giornata di Checco Zalone.
-Clicca qua per leggere “Com’è diventato oggi l’attore che interpreta il piccolo Giosuè”
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