L’attore Franco Nero, ospite a Domenica In, ricorda il successo di “Django”:
“E’ stato un successo strepitoso, internazionale. In certi alberghi nel mondo, in Giappone, in Sudamerica, in Germania, non mettevano Franco Nero, mettevano ‘Django’ per la popolarità di questo personaggio”.
A proposito di Quentin Tarantino, l’attore rivela:
“Tarantino anni dopo ha voluto fare questo ‘Django Unchained’ che sarebbe un omaggio al film ‘Django’. Me lo disse tante volte. Poi lui i film li fa a modo suo… Ho fatto un cammeo, però non lo volevo fare, lui continuava a chiamarmi… Io stavo girando un film in Spagna con Penelope Cruz… lei va a San Sebastian, al Festival e al ritorno mi fa: ‘Franco, c’è un giovane regista Quentin Tarantino. Quando ho detto che lavoravo con te è impazzito, ti deve conoscere, sei il suo idolo’…”.
E poi continua:
“Poi un giorno venne a Roma e disse a Castellari: ‘Mi devi portare Franco’. E così riuscì a fare questo incontro. Mi abbracciò e poi mi spiegò il perché. Quando aveva 14 anni lavorava in un video shop e ha cominciato a conoscere i miei film… e li conosceva tutti, sapeva le battute, la musica…”.
Franco Nero, parlando della sua carriera, aggiunge:
“Io sono un privilegiato perché ho lavorato con tutte le più grandi star del mondo, ho fatto 230 film, sono l’unico attore al mondo che ha fatto personaggi di trenta nazionalità differenti. Huston mi diceva: ‘Tu hai un fisico che può essere italiano, tedesco, però impara bene l’inglese’… e così ho fatto”.
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