Rocco Siffredi, intervistato su Oggi, ricorda la morte di suo fratello avvenuta a soli 12 anni e il dolore della madre:
“Dall’età di sei anni ho vissuto con una mamma impazzita dal dolore. Quando mi rompeva la roba addosso, pensavo che da qualche parte quel dolore doveva pur sfogarlo. L’ho sempre capita, fino a quando se n’è andata per una cirrosi epatica dovuta a un’epatite non curata durante la guerra. Mi ricordo che la abbracciavo e lei mi mordeva il collo e mi graffiava perché non mi riconosceva più…”.
E poi continua, parlando della scomparsa del fratello Claudio:
“Claudio era epilettico e morì nel 1971, a 12 anni, soffocato nel sonno per una crisi. Ero all’ultimo anno dell’asilo, quando un giorno vengo prelevato da una signora che non conosco, mi porta a casa e sento gridare… Era mia madre. Mi ricordo mio padre che arriva con la vespetta e il cappellino da cantoniere, guarda in alto verso il balcone con uno sguardo che non potrò dimenticare: aveva capito subito”.
Fonte: Oggi
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