La cantante Nada, intervistata su Rolling Stone, si racconta. A proposito del rapporto con la madre rivela:
“…Eravamo l’una dipendente dell’altra. E, come in tutti i rapporti di questo tipo, ci sono stati momenti brutti. Fa parte della natura delle cose, ma l’ho capito solo col tempo. Lei soffriva di depressione, certo, quindi non è stato il classico madre-figlia. Però al tempo stesso non so se, senza la sua spinta, sarei arrivata alla musica”.
E poi prosegue, rivelando come siano cambiate le cose quando ha iniziato a scrivere la sua musica:
“Prima i testi, tra cui quello di ‘Amore disperato’, e poi le musiche, dagli anni ’90 in poi. Ho imparato un po’ di chitarra, ho iniziato a comporre perché volevo che le parole fossero unite alla musica. E mi si è aperto un mondo, ho potuto dare forma alla musica attraverso la mia persona. La canzone d’autore è libertà: ogni parola mi riguarda, la scelgo io. Poi, certo, quando ho cominciato ero piccola: ci ho messo tempo per prendere coscienza di cosa fossero davvero la musica e la scrittura”.
E poi aggiunge:
“Il successo è importante, ma dipende che valore gli dai. Il successo per il successo, esserci per esserci, non mi riguarda. Quando scrivo lo faccio per una mia esigenza. Certo sono cosciente che poi quello che compongono potrebbe arrivare a tutti: ne sono contenta, ma ecco, non ne tengo conto mentre scrivo. Ne tengo conto, in parte, dopo semmai”.
Questa sera andrà in onda su Rai 1 il biopic su Nada, “La bambina che non voleva cantare”.
Fonte: Rolling Stone Italia
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