Il cantautore Luciano Ligabue, protagonista dell’artista-day, un’iniziativa condotta dal Corriere e da Radio Italia, si racconta ricordando alcuni momenti importanti della sua carriera:

“Ce ne sono tre. Il primo concerto: avevo 27 anni, non sapevo cosa avrebbe prodotto in me. Ho visto uno schivo diventare sfrontato. Poi ci metto il debutto a s. Siro del ‘97: una testimonianza di inconsapevolezza totale, non ho memoria di quel concerto, ero perso in un’altra dimensione. Infine Campovolo 2015, il più vicino all’idea di perfezione: in genere l’appagamento post show dura un giorno, quella volta una settimana”.

E a proposito della sua vita privata, Ligabue racconta:

“…la nascita dei miei due figli. Lenny è nato prematuro, con parto cesareo, durante le riprese di Radiofreccia. È arrivato dopo la brutta esperienza di un paio di figli persi con la mia ex moglie. Ricordo la tensione prima e il sollievo poi. E poi c’è stata Linda: 17 ore di travaglio, altro che l’intensità di 3 ore di concerto…”.

E parlando della vittoria dello scudetto da parte della sua squadra del cuore, l’Inter, Ligabue aggiunge:

“Se ogni scudetto è bellissimo questo è stato speciale. Con tutte le difficoltà che hanno avuto, si sono messi a fare squadra in tutti i sensi. Spero rimangano tutti lì. Magari ad aprire un ciclo”.

Fonte: Corriere.it