È stato il film che ha lanciato Mel Gibson nel mondo di Hollywood e che ha dato il grande slancio all’industria cinematografica australiana. Stiamo parlando di Mad Max, o per usare il titolo più preciso Interceptor, primo capitolo di quella che è poi diventata una saga caposaldo della fantascienza post apocalittica e del cinema d’azione, composta da quattro film all’attivo: Interceptor – Il guerriero della strada (1981), Mad Max oltre la sfera del tuono (1985) e Mad Max: Fury Road (2015) più un altro attualmente in lavorazione, il prequel intitolato Furiosa.
La storia di Interceptor ci catapulta in un’Australia distopica di un futuro non troppo lontano, dove le riserve di energia scarseggiano. Le outback australiane sono popolate da piccole comunità che vivono relativamente in pace, ma le strade sono in balìa di criminali psicopatici, contrastati da una speciale task force della polizia federale australiana che cerca di mantenere la legge e l’ordine. Tra questi c’è l’agente scelto Max Rockatansky, il quale, dopo la cruenta morte del suo collega, cerca di tenere alla larga la sua famiglia (moglie e figlio) dalla feroce gang di motociclisti, ma invano. Assetato di vendetta, Max si rimette addosso la divisa da agente MFP e a bordo di una V8 Interceptor massacra così tutti i membri della gang facendoli schiantare.
L’idea e la realizzazione
Il primo Mad Max vide la luce nel 1979, scritto e diretto da George Miller al suo primo lungometraggio. Prima di concepire il film, negli anni Settanta, Miller aveva lavorato come medico in un pronto soccorso di Sydney dove ebbe l’occasione di vedere dal vivo molti tipi di ferite e di morti violente, che vennero successivamente inserite in Mad Max. Crescendo nel Queensland rurale aveva anche avuto l’occasione di assistere a numerosi incidenti stradali e da adolescente perse tre cari amici. Tutto questo influenzò dunque l’immaginario di Mad Max, focalizzato tantissimo su auto, inseguimenti e incidenti spettacolari.
Dal momento che il film aveva solo un budget di $ 350.000, Miller ha racimolato soldi extra lavorando come medico per far andare avanti il film. “Era un budget molto basso e abbiamo finito i soldi per il montaggio e la post-produzione, quindi ho passato un anno a montare il film da solo nella nostra cucina, mentre Byron Kennedy si occupava del suono. E poi ho continuato a lavorare come medico di emergenza nei fine settimana per guadagnare soldi per andare avanti.
Il casting di Mel Gibson
Come abbiamo detto in apertura, Mad Max è stato il film che ha spalancato le porte della carriera di Mel Gibson ed è ancora più interessante scoprire l’aneddoto che c’è dietro il suo casting. Nel 1977, anno delle riprese di Mad Max, Gibson era praticamente sconosciuto: aveva fatto solo un piccolo film australiano, Summer City – Un’estate di fuoco.
Si presentò ai provini per caso, per accompagnare l’amico e compagno di corso di recitazione Steve Bisley all’audizione. Il caso volle che la sera prima Gibson fosse rimasto coinvolto in una rissa, e si presentò con un occhio tumefatto e un aspetto “da duro”. I produttori lo videro e gli dissero di ripresentarsi perché erano alla ricerca di freak. Ripresentatosi, stavolta senza lividi, non venne riconosciuto, ma il look parve giusto per interpretare l’eroe del film, ossia un uomo comune spinto a scelte estreme a causa degli eventi, e il ruolo divenne suo. Bisley ottenne invece la parte di Jim “Goose” Rains, amico del protagonista.
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