Catherine Spaak è stata intervistata da Il Giornale.it dove ha raccontato alcuni aneddoti del suo passato e svelato anche alcuni progetti futuri. Non sono mancate poi i ricordi relativi alle vicissitudini di sua figlia avuta quando l’attrice era molto giovane. Ecco le sue parole:
«Sul set di quel film incontrai Fabrizio Capucci. Ci innamorammo e restai incinta. Era il ’62, avevo 17 anni e, per la mentalità dell’epoca era uno scandalo. Per di più, in un Paese straniero lontano dai familiari».
Come se la cavò?
«Non me la cavai. Fui vittima della mia età. Ero ospite a casa Capucci, dopo il mio matrimonio con Fabrizio. Mi aggiungevo alla sorella Marcella e Roberto, già affermato stilista. Ma non mi sono mai sentita a mio agio».
E decise di fuggire.
«Presi la bambina e scappai. Loro non me la perdonarono e sporsero denuncia».
Morale.
«Fui arrestata a Bardonecchia. In frontiera. Allora c’era la patria potestà, una donna non era veramente libera. Così mi riportarono a Roma con mia figlia, per tutto il viaggio in braccio a un carabiniere».
Ma se non si trovava bene a casa Capucci, non bastava parlarne?
«Non si poteva discutere, non era ammissibile. Finimmo tutti in tribunale. Io persi un film con Roger Vadim che avrei dovuto girare a Parigi, La ronde, un adattamento de Il girotondo di Arthur Schnitzler, noto in Italia come Il piacere e l’amore. Un titolo che sembrava una beffa».
Senza passaporto, in attesa di sentenza, è dovuta restare a Roma.
«La giustizia era molto più rapida di oggi. Il giudice fece presto ma fu una tragedia. Almeno per me».
E le tolse sua figlia.
«La motivazione era, a dir poco, discutibile. Sosteneva che la madre, cioè io, essendo un’attrice, era di dubbia moralità. Quindi la bambina sarebbe rimasta con la nonna paterna».
Allora l’equazione attrice uguale donna poco seria era un assioma indiscutibile.
«Però hanno distrutto la mia vita. E quella di Sabrina».
Vi siete ritrovate a distanza di tempo
«Mai più. Non sono riuscita a recuperare quello che il magistrato ha rovinato».
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