Il film
Il film uscì nel 1971 diretto da Guy Hamilton. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Ian Fleming. È il settimo film della saga di James Bond.
La trama
Tornato a Londra dopo aver scovato e ucciso Ernst Stavro Blofed, lo spietato capo dell’organizzazione criminale Spectre, l’agente segreto James Bond (Sean Connery) viene assegnato a un’altra missione: indagare su un traffico illegale di diamanti.
M, Il Direttore degli 00 inglesi, incarica 007 di sostituirsi al noto trafficante Peter Frank, infiltrandosi nel giro per capire perché una grande quantità di diamanti è stata rubata dalle miniere sudafricane e non è ricomparsa sul mercato internazionale. L’agente risale così all’affascinante capo dell’organizzazione Tiffany Case (Jill St. John), ma anche lei sta cercando risposte.
Ci sono inoltre due insoliti assassini, Mr. Kidd e Mr. Wint, che stanno uccidendo tutti i contatti dell’anello del contrabbando. Tiffany si allea con Bond viaggiando tra Stati Uniti e Olanda, facendo luce su una vicenda molto complessa: i preziosi servono a finanziare un piano architettato da un misterioso personaggio…
Connery per l’ultima volta ufficiale
Come già anticipato, il precedente film della saga, Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, aveva visto come protagonista George Lazenby nei panni di James Bond (i precedenti cinque li aveva tutti interpretati Connery). Nonostante i buoni incassi e la discreta prova di Lazenby, il nuovo interprete di 007 non volle firmare un contratto che lo legasse per tre o quattro film al personaggio, forse sperando in una carriera diversa nel cinema.
Per questo i produttori Albert Broccoli e Harry Saltzman si adoperarono per trovare un sostituto. Si puntò dapprima su Burt Reynolds, il quale però non poteva liberarsi da altri impegni per cui era sotto contratto. L’ambita parte di 007 venne così offerta al “Batman” televisivo, Adam West, il quale però non accettò, perché riteneva che Bond dovesse essere impersonato da un attore britannico. Anche Michael Gambon non accettò l’offerta di essere Bond, perché si vedeva fisicamente fuori forma. Fu così che venne scelto John Gavin, che aveva già interpretato il ruolo di una spia nel film d’azione francese “Niente rose per Oss 117”. Gavin firmò il contratto, ma poco dopo tornò in gioco Sean Connery, che si offrì di riprendere la parte per una cifra considerata al tempo astronomica: 1 milione e 250,000 dollari. I produttori accettarono, pagando comunque a John Gavin il dovuto per il contratto annullato.
Lo stipendio di Connery influì sul budget della pellicola, abbassando di molto le spese per gli effetti speciali. Piccola curiosità: questo è l’unico film di Bond dove le sopracciglia di Sean Connery non sono state tagliate.
Connery lascerà poi spazio a Roger Moore nel successivo Vivi e lascia morire, pur tuttavia tornando nuovamente a interpretare il personaggio in Mai dire mai (1983), pellicola apocrifa in quanto non appartenente alla serie ufficiale di 007.
Le prime idee
Originariamente il film doveva parlare di vendetta: lo sceneggiatore Richard Maibaum voleva che Bond piangesse la sua defunta moglie Tracy e giurasse vendetta a Blofeld. Tuttavia, con l’abbandono del ruolo di George Lazenby, la sceneggiatura è stata completamente riscritta: infatti non si fa menzione di Tracy e della sua morte che hanno profondamente colpito Bond.
Le prime idee volevano Gert Fröbe tornare come gemello di Auric Goldfinger da Goldfinger (1964) in cerca di vendetta per la morte di suo fratello. Questo personaggio era un miliardario svedese con un laser montato su una superpetroliera.
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