La Cosa (The Thing) di John Carpenter è uno di quei cult presi come esempio per i film che all’uscita sembrano essere a tutti gli effetti un fallimento, ma che alla fine il tempo è riuscito a rivendicare. Effettivamente, quando uscì nelle sale americane il 25 giugno del 1982 (lo stesso identico giorno di Blade Runner di Ridley Scott) La Cosa venne smontato dalla critica, complice il fatto di essere considerato dai più un banale remake del film di Howard Hawks, La cosa da un altro mondo (1951). Un altro motivo fu la contemporanea uscita del film E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg, cioè di un modo di rappresentare gli alieni nettamente opposto alla natura elusiva e terrificante della creatura di Carpenter. Carpenter stesso una volta disse che la sua intera carriera sarebbe stata diversa se La cosa fosse stato un grande successo. Veniva da Fuga da New York e da film horror a basso budget come The Fog e Halloween quando lo fece, e questo fu il suo primo film con un grande studio.
Tuttavia negli anni a venire la pellicola è stata rivalutata positivamente, elevandosi al rango di intramontabile cult della fantascienza e del fantahorror, classificatosi diverse volte come uno dei film più paurosi in assoluto.
La sceneggiatura tratta di un gruppo di ricercatori di una base scientifica americana in Antartide, alle prese con una forma di vita extraterrestre parassita, precipitata sulla Terra, con la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con i quali viene a contatto, mutando continuamente aspetto. Per gli uomini della base il problema è scoprire di quale corpo di volta in volta l’alieno si sia impadronito, il che porterà a un forte senso di paranoia in ogni membro del gruppo.
Il finale aperto
La grande particolarità del film, oltre alla suspense crescente e al senso di mistero che aleggia dal primo minuto, riguarda soprattutto il finale “aperto” quando MacReady (Kurt Russel) e Childs (Keith David), unici sopravvissuti, sono l’uno di fronte all’altro, inconsapevoli di quello che li aspetta. La loro stazione di ricerca sta bruciando al suolo e una volta che le fiamme si saranno spente, moriranno congelati. Non hanno alcuna speranza di essere salvati e non sono nemmeno sicuri di potersi fidare l’uno dell’altro perché uno di loro potrebbe essere il mostro mutaforma. “Perché non aspettiamo un po’ e vediamo cosa succede?”
Trovare una spiegazione al finale de La Cosa significa rispondere ad una domanda essenziale. Chi è l’alieno a fine film? Qual è il significato del finale?
Il finale alternativo girato da Carpenter
Per quanto ora sia ritenuto imprescindibile per la riuscita del film, una certa quantità di nervosismo aleggiava intorno ad un finale così deprimente, tanto che Carpenter ha persino girato un altro epilogo (per fortuna mai utilizzato), a mo’ di “polizza assicurativa”: nella scena si vedeva MacReady fuggire in un’altra stazione di ricerca e fare un secondo test del sangue, dimostrando di essere umano. Mental Floss cita il montatore Todd Ramsay come catalizzatore di questo epilogo. Era preoccupato che l’altro finale che Carpenter aveva pianificato non sarebbe andato bene per il pubblico. Carpenter e la montatrice Verna Fields hanno riferito di aver “giocato” anche con un altro finale, che prevedeva la non presenza di Childs, lasciando MacReady da solo vicino il fuoco.
In un’intervista con Deadline, Carpenter ha inoltre raccontato come Sid Sheinberg, un dirigente della Universal Pictures, abbia fatto un montaggio televisivo del film senza consultarlo. Questa versione, secondo IMDb, aggiunge una voce fuori campo e mostra la Cosa che abita di nuovo il corpo di un cane, lasciando la stazione di ricerca nel modo in cui è arrivata.
Le teorie e spiegazioni del finale
Negli anni si sono susseguite numerose teorie e spiegazioni circa l’ambiguo finale del film, raccolte soprattutto dai fan.
Il fiato
Nel guardare attentamente la scena finale possiamo osservare che Childs (Keith David), a differenza di MacReady (Kurt Russel), quando respira non forma condensa e questo è l’indizio “spia” che lo identifica come “non umano“. Tuttavia questa chiave di lettura, pensata sempre dai fan, è stata fortemente screditata dagli stessi Carpenter e Keith David. Infatti viene fatto notare come i due personaggi siano illuminati diversamente in questa scena e che quindi sia solo un problema di luci ed ombre. Se guardiamo con attenzione possiamo notare che almeno in un paio di inquadrature la condensa (sebbene poco visibile) si forma anche mentre parla Childs.
Il whiskey
Secondo un’altra teoria dei fan, la bottiglia di whiskey è il mezzo con cui si trasmette la Cosa e lo dimostra il fatto che chiunque abbia bevuto da lì si è poi trasformato. Se così fosse, sia MacReady che Childs sono stati contagiati. Ma è stato lo stesso Carpenter a farci notare che potrebbe essere solo una coincidenza non pensata nella sceneggiatura o potrebbe trattarsi addirittura di un’altra bottiglia.
La luce negli occhi
L’ultima chiave di lettura, quella che ha fatto più parlare di sé, è stata fornita nel 2016 dal direttore della fotografia Dean Cundey nei contenuti speciali dell’ultima edizione del film in Blu-Ray. Candey sostiene che nel film lui e Carpenter hanno volutamente introdotto un particolare riflesso di luce soffusa negli occhi dei personaggi non contagiati; tale elemento simboleggia appunto la loro umanità. Le sue parole:
Eravamo alla ricerca di un qualche tipo di espediente, per far capire che uno di questi personaggi poteva essere umano. Noterete che c’è sempre una piccola luce degli occhi dell’attore, lo chiamavamo noi “bagliore” negli occhi e che dà la vita e fa capire che questo personaggio non è infettato.
Non c’è una risposta chiara nel finale che rimane sempre fortemente ambiguo, ma se ci concentriamo bene possiamo notare che il riflesso di luce è presente sia negli occhi di Childs che in quelli di MacReady. Se si dà credito a quest’ultima interpretazione fornita proprio dal direttore della fotografia del film, i due personaggi del finale potrebbero essere entrambe umani e destinati quindi a morire con il gelo dell’Antartide.
Comunque sia, nessuna teoria è stata ufficializzata e il mistero rimane sempre grande. E forse, è anche meglio così.
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